Sul sito www.unitineldono.it si legge che i proventi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica aiutano a sostenere oltre 32.000 sacerdoti che, in Italia, si dedicano alle nostre comunità: «Testimoni del Vangelo, ogni giorno portano aiuto e speranza, senza dimenticare nessuno». Promuovere e raccogliere le offerte «a sostegno di tutti i sacerdoti delle diocesi italiane, inclusi gli anziani e malati e quelli in missione all’estero, è molto importante, perché dal 1990 il loro sostentamento non è più a carico dello Stato, ma è affidato alle comunità».
Qui di seguito alcuni esempi dell’impiego dei proventi dell’8×1000 nella nostra Diocesi nell’anno 2023-24.
TORINO. Al Michele Rua un’ex bocciofila diventa ponte tra le generazioni
«L’intergenerazionalità è l’unico modo per costruire vere comunità, come più volte ha sottolineato Papa Francesco, e far sì che le esperienze appartenenti alle varie fasi di vita possano comunicare tra loro». Queste le parole di don Stefano Mondin, direttore dell’oratorio salesiano Michele Rua in Barriera di Milano, che racchiudono l’essenza dell’attività svolta in questa realtà.
La riflessione sulla relazione tra generazioni diverse, infatti, fa parte del cammino sinodale del Michele Rua, che ha deciso di concentrarsi proprio sull’ascolto comune di alcune tematiche e sulla condivisione tra diverse generazioni per rompere divisioni, superare pregiudizi e trovare nuove idee. Come spiega don Stefano: «si tratta di un cammino lungo, fatto di tempo e dialogo e di scelte non definitive ma graduali ». Nella pratica, questa direzione si traduce in diverse attività che il Michele Rua porta avanti con impegno e offrendo dei servizi necessari sul territorio.
Per lo svolgimento dei laboratori, ad esempio, è stato convertito lo spazio che una volta era solo dedicato agli anziani e agli adulti in uno spazio aperto a tutti, in cui gli anziani possono trasmettere le loro competenze e le loro esperienze di vita a ragazzi e bambini, che a loro volta animano con la loro curiosità e vivacità un ambiente che era solito essere più statico. Questo ha portato alla creazione di legami profondi e alla possibilità di non far percepire la distanza tra le diverse fasce d’età creando, invece, vicinanza e una nuova esperienza di vita condivisa. «È stato bello vedere come anziani e adulti si sono riscoperti capaci di amare e al contempo i più giovani hanno scoperto che possono ricevere amore anche dai più grandi», racconta don Mondin.
Oltre alle attività laboratoriali, la comunità ha scelto di costruire un luogo intergenerazionale per accogliere le esigenze di tutte le età, mantenendone le specificità ma al contempo creando momenti e spazi comuni. Il tutto all’insegna dell’informalità e con tempi adeguati, che diano il giusto tempo all’incontro tra generazioni. Questo progetto coinvolge i locali dell’ex bocciofila – situata di fronte all’oratorio – ed è in corso di sviluppo, non senza difficoltà come accade per progetti così articolati; tuttavia, come spiega don Stefano «c’è molta speranza di poter realizzare questo progetto e soprattutto la volontà di combattere un sistema radicato nella nostra società che suddivide costantemente per competenze e per capacità, creando divisioni per età».
In attesa delle prossime evoluzioni relative a questa importante iniziativa, le attività di impegno sociale promosse dal Michele Rua continuano e si espandono: sono circa 1200 i ragazzi iscritti ai Maker Labs, dove si è creato uno scambio tra generazioni che rende questi laboratori non solo luoghi di apprendimento ma anche di socialità umana.
Marta GENTILE su «La Voce E il Tempo» del 24 novembre 2024
POIRINO. Le comunità cristiane di accolgono famiglie, giovani, anziani e malati
I SERVIZI DI SOSTEGNO E INCLUSIONE
Primo, stare in ascolto. C’è un imperativo nella grammatica di base nelle quattro comunità – che ora formano una sola parrocchia – di Poirino: l’attenzione per le persone. Giovani, anziani, malati, famiglie: dalle necessità manifestate o anche solo intuite partono i servizi di ascolto, di accompagnamento e i progetti di inclusione, che possono offrire aiuto immediato e sostegno a più lungo termine. Non è un caso che alla guida della parrocchia ci sia don Domenico Cravero, psicologo, psicoterapeuta, sociologo e scrittore, nonché commissario della Confraternita dello Spirito Santo e della Confraternita della SS. Annunziata. Artefice di comunità terapeutiche e animatore di scuole dei genitori e di servizi educativi e terapeutici per le famiglie, don Domenico è anche fondatore di una cooperativa sociale (Terra Mia) e animatore di un’Associazione di Solidarietà Giovanile che pratica servizi di accoglienza, cura e accompagnamento educativo attraverso agricoltura sociale fin dal 1984. Qui il sacerdote sta sperimentando un percorso di accoglienza residenziale di adolescenti in condizione di disagio attraverso la musica e atelier agricoli (agricura). Al suo fianco, a sostenerlo nei vari impegni, don Cravero ha due collaboratori parrocchiali, sono il canonico Pietro Antonio Gambino e padre Marco Lattuada, cottolenghino – e un collaboratore pastorale: il diacono Giovanni Greco.
PARROCCHIA. UNA CASA SEMPRE APERTA
“Una casa tra le case – così don Cravero definisce le parrocchie di cui si prende cura – I compiti della chiesa sono due. L’annuncio e il servizio. La conseguenza è immediata: farci vicini, diventare prossimi, come dice l’evangelista Luca. La difficoltà consiste nel fare di queste due compiti un unico progetto. Molti pensano di dover scegliere o l’annuncio o il servizio. La pastorale parrocchiale sa di doverli mettere insieme, di assumerli in una complementarietà dinamica. Per realizzare questa sinergia, le comunità parrocchiali e le associazioni ecclesiali cercano raggiungere le persone nel cuore delle loro vite. Questo servizio al mondo, che è la via della chiesa, è chiamato da papa Francesco: “chiesa in uscita”, in fedele continuità con le indicazioni del concilio. Il modello di una chiesa missionaria non è, – spiega ancora don Cravero – servizio sociale, ma testimonianza cristiana negli ambienti di vita e nella cultura.
Esige una buona capacità di incontro, – spiega il sacerdote – nel mettere in luce lo stile di lavoro delle sue comunità. Senza nascondere la propria identità di fede. Ma moltiplicando iniziative, servizi e opportunità di ascolto e di accoglienza verso tutti”.
IN PARROCCHIA I PROBLEMI FAMIGLIARI DIVENTANO LEVE DI PROGETTI
Crocevia di uomini, la parrocchia oggi è sempre più specchio dei problemi delle famiglie. Che non sono pochi, né trascurabili. Don Cravero ne elenca solo alcuni: “Le responsabilità economiche, l’educazione dei figli, l’armonia di coppia, la solidarietà con i vulnerabili, la crisi della cultura”. Ma “le questioni che abitano la vita delle persone, e le dinamiche sempre difficili e complesse dell’odierna vita familiare possono costituire occasioni di riflessione e di attività sociale”. Le comunità diventano così case dell’ascolto, case della Parola di Dio e della preghiera, case della solidarietà.
E possono così prendere vita gli atelier per genitori, le iniziative di cittadinanza attiva, i percorsi per l’educazione affettiva degli adolescenti e degli adulti, le forme alternative di mercato, l’educazione ecologica e alimentare e altre mille iniziative.
DIO SALVA IL POPOLO, NON GLI INDIVIDUI
Più dei progetti, che possono cambiare adattandosi alle diverse esigenze, quello che importa, per don Domenico, è la condivisione di problemi ed esperienze. “Le attività e i programmi diventano secondari – puntualizza don Cravero – contano, invece, le persone e il modo con cui esse sono accolte e considerate. L’accoglienza senza limiti, la qualità dell’amicizia, la sincerità, la comprensione e l’aiuto reciproco, diventano il frutto e il segno della riconciliazione con il Signore. La fraternità universale, la solidarietà, il sostegno sono del resto caratteristiche costitutive della fede e della pratica cristiana. Dio non salva da soli, Dio salva il popolo, attraverso i suoi testimoni”.
Paola Cappa su «La Valsusa» del 21 novembre 2024
CHIERI. «L’Incontro» ascolta e accompagna chi è nella fragilità
«Non siamo un bancomat, anche se eroghiamo aiuti economici a chi è in difficoltà». La mission del Centro d’ascolto di Chieri «L’Incontro» è quella di accompagnare le persone per un tratto della loro vita, in un clima di vicinanza e fraternità. Gabriella Salvalaggio è una delle volontarie che gestiscono il Centro, nato nel 2013. Attivo nell’Unità pastorale 59, lo scorso anno ha assistito 251 famiglie (169 italiane e 82 straniere): ha avuto 911 incontri, erogato 372 aiuti economici attingendo a un bilancio di circa 100.000 euro di cui circa 8.000 euro derivano dai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica.
«Il problema più serio è quello del lavoro: non solo il lavoro che non c’è, ma anche il lavoro sottopagato, che mette in condizione difficile chi deve pagare un affitto e ha dei figli da mantenere», sottolinea la volontaria. Facendo rete con molte altre realtà del territorio, il Centro d’ascolto cerca di tamponare i problemi più urgenti: «La salvaguardia della casa, l’aiuto ai minori perché studino e in prospettiva possano migliorare la loro posizione, la formazione per gli adulti in modo da poter trovare lavori più remunerativi, il pagamento di spese mediche non differibili: perché quando in casa non ci sono soldi il fronte della salute è il primo a patire». I fondi dell’8xmille, nello specifico, sono destinati alle spese per l’istruzione, comprese le riparazioni per un certo numero di computer poi dati in comodato a studenti che ne erano privi.
«Il Centro d’ascolto è una realtà ormai radicata», afferma il parroco del Duomo di Chieri don Marco Di Matteo, «opera in stretta collaborazione con le entità politiche e sociali del territorio della nostra Unità pastorale. Il suo è un servizio prezioso, anche perché copre aree d’intervento che altre realtà non riescono a raggiungere». Per esempio? «Penso all’accoglienza, all’ascolto, alla raccolta di dati che sono fondamentali per orientare verso servizi specifici per accompagnare il disagio, il malessere, la fragilità o le povertà delle persone».
In questo contesto l’aiuto che arriva dall’8xmille alla Chiesa Cattolica è fondamentale: «Il Centro vive di questi finanziamenti: l’8xmille, contributi dai Comuni, occasionali donazioni, la partecipazione a un bando regionale per il sostegno alle cure mediche, e la gestione è totalmente a carico di volontari. Le spese sono sempre molte: sia per gli aiuti diretti alle persone, sia per contingenze varie». Per esempio? «Di recente la sede è stata trasferita da via Nel, dov’era ospitata in locali della parrocchia di San Giorgio, alla Casa Pamparato, in via Balbo, che è di proprietà della parrocchia del Duomo ed è in una posizione più accessibile. Ma ci sono state delle spese, perché è stato inevitabile adattare i locali».
Enrico BASSIGNANA su «La Voce E il Tempo» del 10 novembre 2024
MARENE. La parrocchia è Casa per i carcerati
La parrocchia Natività di Maria Vergine di Marene (Cn), nella diocesi di Torino, «porta la speranza ai dimenticati». La comunità parrocchiale, su impulso del parroco don Aldo Giraudo, ha infatti spalancato le porte ai detenuti a fine pena che, uno per volta, vengono accolti in locali della parrocchia a fianco alla casa canonica: una vera e propria casa da cui le persone che hanno vissuto un periodo di detenzione e stanno ultimando di scontare la pena possano ripartire per riprendere in mano la propria vita e costruirsi un futuro.
Ad affiancare il parroco e i parrocchiani nell’accoglienza c’è in particolare l’associazione «Voci Erranti» che dal 2002 tiene laboratori di teatro nel carcere di Saluzzo. Le esperienze dei lavoratori si concludono sempre con spettacoli aperti a tutta la cittadinanza, per creare un ponte di dialogo tra «fuori» e «dentro». Il progetto è reso possibile anche grazie ai fondi dell’8xmille, senza i quali non sarebbe possibile portarlo avanti. «Il piano, in collaborazione con gli assistenti sociali del Tribunale», sottolinea il parroco don Giraudo, «punta anche a trovare opportunità lavorative e di reinserimento sociale sul territorio. Negli ultimi mesi abbiamo ospitato sia persone di origine straniera che italiani; molti, anche grazie a borse lavoro, hanno poi trovato un’occupazione lavorativa stabile e hanno ricominciato a vivere».
La parrocchia ha anche aderito al progetto della Caritas Diocesana sulle «Pene alternative»: vengono accolte, infatti, persone che scontano la pena attraverso lavori di manutenzione ordinaria e di pulizia dei locali, in genere il sabato mattina per un periodo di circa 6 mesi. L’attenzione della parrocchia ai carcerati è stata maturata dal Consiglio pastorale e da tutta la comunità come impegno pastorale e di annuncio del Vangelo agli ultimi e ai dimenticati. Tra le persone accolte nella Casa di Marene c’è anche Alberto, 70 enne, protagonista del film «L’incorreggibile» di Manuel Coser: la storia di 50 anni di detenzione, di cui 13 trascorsi senza vedere il mondo esterno, e poi il cammino della libertà e della redenzione. Una delle scene è stata girata proprio nella parrocchia di Marene dove Alberto ha vissuto per alcune settimane al termine della pena.
Stefano DI LULLO su «La Voce E il Tempo» del 27 ottobre 2024
RACCONIGI. Il «sogno» del doposcuola per i bambini e i ragazzi
Per il sesto anno nella parrocchia di Racconigi (Cuneo) è partito il progetto di aiuto compiti «Compiti, sogni e realtà – un passo in più», interamente finanziato dall’8xmille alla Chiesa Cattolica grazie ad un bando della Caritas Diocesana di Torino. Si tratta di un doposcuola in oratorio rivolto ai ragazzi delle scuole medie che fanno fatica a gestire lo studio; da quest’anno il progetto di è esteso anche alla fascia delle scuole elementari. Tutto ciò è possibile grazie all’impegno delle comunità parrocchiali guidate da don Maurilio Scavino, parroco di Racconigi, Murello e della frazione Foresto (Cavallermaggiore). Educatori e volontari (giovani dai 17 anni in poi e adulti) ogni sabato pomeriggio, dalle 15 alle 18, si ritrovano in oratorio per mettersi al servizio di bambini e ragazzi in del territorio.
Il progetto cerca di unire il lato formativo e di studio con momenti di aggregazione in modo che i ragazzi, oltre a studiare, possano sentirsi parte di una comunità: ogni incontro, infatti, si conclude con una merenda preparata dai volontari. «Il nostro caposaldo è l’intergenerazionalità», sottolinea Sara Vandoni, educatrice e responsabile del progetto, «spesso si tratta di ragazzi che al di fuori dell’oratorio non avrebbero supporto per lo studio o semplicemente un luogo educativo in cui ritrovarsi. Potersi relazionare con giovani e adulti a loro disposizione fa la differenza: i volontari più giovani, di solito, aiutano i ragazzi più grandi, mentre gli adulti seguono i bambini delle elementari che spesso hanno più difficoltà con la lingua».
A Racconigi l’unico servizio di supporto allo studio presente sul territorio, oltre quello offerto dall’oratorio, è privato e quindi non accessibile a tutti. «Lo scorso anno il 50% dei nostri ragazzi era di origine straniera», prosegue l’educatrice, «e la maggioranza delle famiglie non ha possibilità per supportare i propri figli nel percorso scolastico; per questo il nostro spazio è fondamentale».
Il progetto è totalmente finanziato dall’8×1000: in questo modo il servizio è gratuito; così la parrocchia allo stesso tempo riesce a sostenere le spese di gestione e la presenza di educatori che affiancano i volontari a cui in questo modo è possibile dare un piccolo compenso. «Quello che facciamo è molto apprezzato sul territorio e non sarebbe possibile senza le donazioni. Crediamo che sia un progetto molto utile per i ragazzi sia per lo studio, ma anche per la loro socialità: spesso si creano gruppetti di età molto variegate, che giocano insieme e si aiutano, e dinamiche positive che probabilmente all’esterno non sarebbero nate».
La testimonianza del doposcuola di Racconigi è solo una delle numerose opere dedicate all’accoglienza e all’accompagnamento dei ragazzi e dei giovani sostenute dall’8xmille e dalle comunità attraverso progetti strutturati. Sul sito www.unineldono.it è possibile effettuare donazioni deducibili destinate a sostenere il clero diocesano (altre modalità di donazioni nel box a fianco).
Camilla TREMATORE su «La Voce E il Tempo» del 13 ottobre 2024
COME DONARE
È possibile effettuare off erte deducibili destinate al sostentamento del clero diocesano con le seguenti modalità:
- Con carta di credito direttamente sul sito www.unitineldono.it oppure chiamando il numero verde 800825000
- Tramite bonifico bancario, IBAN: IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero con causale Erogazioni liberali art. 46 L.222/85
- Conto corrente postale n. 57803009.