Fu istituita da Giovanni Paolo II nel 1997 la Giornata mondiale per la vita consacrata. Scelse come data il 2 febbraio, giorno in cui si fa memoria della presentazione che Maria e Giuseppe fecero di Gesù al tempio. Giovanni Paolo II aveva assegnato a questa Giornata mondiale un triplice scopo. Il primo era «lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata», perché «non dobbiamo mai dimenticare che la vita consacrata, prima di essere impegno dell’uomo, è dono che viene dall’Alto». Il secondo scopo era «promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell’intero popolo di Dio», perché «come ha sottolineato il Concilio (Lumen gentium, 44) e io stesso ho avuto modo di ribadire […] la vita consacrata ‘più fedelmente imita e continuamente rappresenta nella Chiesa la forma di vita che Gesù, supremo consacrato e missionario del Padre per il suo Regno, ha abbracciato ed ha proposto ai discepoli che lo seguivano’». Il terzo scopo era infine invitare le persone consacrate a «celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro», quindi «a ritornare alle sorgenti della loro vocazione, a fare un bilancio della propria vita, a confermare l’impegno della propria consacrazione».
Nella nostra diocesi la celebrazione della Giornata, presieduta da mons. Nosiglia, sarà il 2 febbraio 2020 alle 15.30 in Cattedrale. Ed ecco che nella Giornata, «momento di comunione» fra diverse spiritualità, si uniranno nella preghiera anche le congregazioni straniere presenti in diocesi: volto di una Chiesa senza confini, dove i carismi specifici vivono la missionarietà nel Sud del mondo come in Europa, dove si mescolano sensibilità diverse alle nostre tradizioni locali arricchendo le realtà in cui sono presenti di quei nuovi stimoli che la fede genera nell’incontro tra diverse culture anche nell’ambito della stessa fede.
In particolare in diocesi, per quanto riguarda le religiose operano ben 14 congregazioni: a Carignano, accanto agli anziani, le suore della Congregation of Sisters of st. Marta dall’India; a Beinasco in parrocchia le Sisters of the Immaculate Heart of Mary, Mother of Christ dalla Nigeria; sempre dall’India, a Robassomero, in parrocchia, opera la Congregation of The Sisters of The Sacred Heart of Jesus. Presenza di vicinanza e cura alla Casa del clero di Torino è garantita dalle Sisters of the Adoration of the Blessed Sacrament dall’India e sempre dall’India arrivano le Missionary Sisters of Mary Help of Christians attive sia a Torino che a Piossasco, Pancalieri e Moretta. E ancora vi sono le suore oblate del Cuore Immacolato di Maria che arrivano da India, Filippine e Nigeria e operano a Settimo e Bra e dall’India anche le Helpers of Mary che operano a Torino e Cercanasco, e le Missionaries of Charity o Sisters of Mother Teresa che a Torino accolgono donne in difficoltà. Dal Congo la missione a Candiolo per la Congregation des Soeurs de Notre Dame de Grace de Tshilomba e trasferimento dalla Colombia a Torino per le Hijas de los Sagrados Corazones de Jesús y María.
In diocesi presente anche l’Instituto Id de Cristo Redentore e le Servidoras del Señor y de la Virgen de Matará; ancora dal Congo infine la Congregation des Soeur de Saint Francois d’Assise de Tshumbe che opera a Carmagnola. Tra le più «torinesi» per presenza ormai da 26 anni sul nostro territorio, le Missionary Sisters of Mary Help of Christians – (MSMHC) fondate dal salesiano Stephen Ferrando Vescovo di Shillong il 24 ottobre 1942. La Congregazione ha sei province in India e una delegazione in Italia. Le sedi provinciali sono Bangalore, Guwahati, Calcutta, Shillong, Tinsukia e Tezpur, la sede della delegazione è a Torino. Ha oltre 1.500 membri appartenenti a 60 gruppi etnici che lavorano in 190 centri in India e 25 in altri Paesi.
Proprio suor Marta do Rosario delle Missionary Sisters of Mary Help of Christians testimonia con semplicità raccontando il servizio suo e delle consorelle la bellezza e la forza della vita consacrata: «Noi operiamo, oltre che con gli anziani, con i giovani e le famiglie ed è bello accorgersi come in quanto religiose molti ci scelgono come punto di riferimento. Si condivide con loro la Parola di Dio, ma capiamo che i ragazzi, anche quando fanno difficoltà a credere, pensano di confidarci i loro problemi. Noi siamo in ascolto e questo offriamo senza giudicare…».
Presenza silenziosa, presenza orante, presenza che cura: il tesoro, «la ricchezza» di una vita consacrata che come diceva Papa Francesco nell’ultimo messaggio in ogni luogo «è lode che dà gioia al popolo di Dio, visione profetica che rivela quello che conta e quand’è così fiorisce e diventa richiamo per tutti contro la mediocrità: contro i cali di quota nella vita spirituale, contro la tentazione di giocare al ribasso con Dio».
Federica BELLO
(testo tratto da «La Voce E il Tempo» del 2 febbraio 2020)