Un’occasione davvero unica, quella offerta dal Coro Eufoné, per ascoltare domenica 15 settembre 2024 alle 21, a San Maurizio Canavese, presso l’antica chiesa Plebana dalla fascinosa architettura, in prima esecuzione moderna, Responsori e Inni riportati nella Cartamusica della Cappella di San Rocco (ingresso libero e gratuito).
«Motore» dell’iniziativa Alessandro Ruo Rui, musicologo-ricercatore che alla guida del Coro Eufoné sarà per l’occasione affiancato da giovani e validi barocchisti: e dunque le sorelle Eleonora e Virginia Ghiringhelli (viole da gamba) e l’organista Adriano Zamboni, cui si aggiunge Flavio Mattea al flauto, Adriano Popolani tenore e voce guida. Le pagine in programma provengono da un «manufatto più unico che raro», singolare «testimonianza del canto liturgico praticato presso il Convento dei padri Osservanti riformati di San Francesco fondato nel 1620».
L’idea, spiega Ruo Rui, è quella di «riportare in vita la musica disegnata su un grande quadro a San Maurizio Canavese». Già, perché una musica antica (e non solo beninteso) «vive» solamente se posta a disposizione di una comunità, proposta dunque all’ascolto grazie a un approfondito lavoro di ricerca e trascrizione, quello condotto da Ruo Rui stesso. La Cartamusica in oggetto, strettamente legata all’imponente altare ligneo del 1762, manufatto ben noto ai sanmauriziesi, consta di dimensioni davvero ragguardevoli, si tratta infatti di un quadro di cm. 180 x 300 «costituito da un telaio ligneo con tre strati di tela su cui sono collocati fogli di carta sulla quale, a tempera, sono tracciati tetragrammi riportanti quattro brani e varie intonazioni di inni, salmi e cantici».
Verosimilmente la congregazione si riuniva entro l’abside da dove poteva leggere ed intonare le pagine che Ruo Rui ha trascritto con cura certosina e che, nella preziosa guida all’ascolto disponibile in occasione del concerto stesso, descrive enucleandone le caratteristiche formali linguistiche e quant’altro.
Da non perdere: per chi ama la cultura a tutto campo e le radici storiche di un’area geografica (il Canavese) ricca di testimonianze liturgiche di alto livello, riverbero di una fede antica e profondamente vissuta, che dal Convento dei Padri Osservanti (soppresso in epoca napoleonica) verosimilmente si riverberava sulla popolazione di un’ampia tranche del territorio stesso.
Attilio PIOVANO su «La Voce E il Tempo» del 15 settembre 2024