Nell’80° anniversario della morte nel campo di sterminio di Buchenwald della principessa reale Mafalda di Savoia Langravia d’Assia, domenica 26 maggio 2024 l’Associazione internazionale Regina Elena Odv ed il Coordinamento Sabaudo organizzano una nuova esposizione presso il Castello di Collegno, ingresso da via Alpignano 2, con il seguente programma:
- ore 15.30: nella Certosa Reale, deposizione di una corona d’alloro presso il Sacello dei Cavalieri dell’Ordine Supremo della SS.ma Annunziata restaurato dall’Associazione internazionale Regina Elena
- ore 16.00: nel Castello, saluti istituzionali del barone Guglielmo Guidobono Cavalchini, del sindaco di Collegno Francesco Casciano e del vice presidente dell’Associazione internazionale Regina Elena Odv Milo Ferrua; intervento del segretario del Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni piemontesi Andrea Carnino; commemorazione della principessa Mafalda di Savoia da parte della scrittrice Bruna Bertolo; inaugurazione e presentazione dell’esposizione allestita dal vice presidente e delegato per il Piemonte Pierangelo Calvo.
Saranno presenti l’Associazione San Lorenzo, Contea di Collegno e il Gruppo storico Conte Occelli di Nichelino.
Informazioni e prenotazioni entro il 25 maggio 2024: airh.onlus@gmail.com
Il Castello di Collegno fu edificato dal beato conte di Savoia Umberto III verso il 1171, il primo principe sabaudo sepolto presso l’Abbazia di Altacomba fondata per volontà di suo padre Amedeo III, morto Crociato a Nicosia. L’impianto originario comprendeva cinque torri a pianta circolare a cui si accedeva attraverso un ponte levatoio. Nel corso del XIII secolo venne in gran parte distrutto e poi ricostruito alla fine del secolo a opera di Guglielmo VII di Monferrato. Appartenne al ramo dei principi d’Acaja di Casa Savoia, Conti di Collegno, fino all’estinzione. Il duca di Savoia Carlo Emanuele I, fondatore della Basilica di Vicoforte, concesse nel 1599 il feudo a Giovanni Francesco Provana di Carignano primo Conte Provana di Collegno. Il figlio Ottavio iniziò i lavori di ampliamento con una parte che rivela una forte presenza dell’architetto Guarino Guarini. Le guerre rallentarono le opere, che ripresero su progetto di Filippo Juvarra dopo il 1720, e furono terminate poi dall’architetto Alberto Talucchi, riducendone le dimensioni ma rispettando le indicazioni juvaresche.