È piazza Castello a Torino la sede della nuova serie dei “giovedì del diritto alle cure socio-sanitarie” degli anziani malati/persone con disabilità intellettiva e autismo.
Il secondo appuntamento è per il 9 novembre 2017 dalle 17 alle 18, all’angolo di via Garibaldi, sotto la sede della Giunta della Regione Piemonte.
La non autosufficienza ci riguarda, perché domani può capitare a noi o a un nostro familiare, ma non ci preoccupiamo abbastanza – e per tempo – di sapere quali sono i nostri diritti, almeno tanto quanto ci preoccupiamo giustamente di ottenere una buona pensione. Probabilmente ci attendiamo che dopo un ricovero in ospedale, l’Asl assicuri le cure di cui necessita nostro padre che è diventato non autosufficiente per un ictus o che sia garantita la frequenza del centro diurno al figlio con disabilità intellettiva con limitata autonomia, al termine dell’obbligo scolastico, in modo da poter continuare a lavorare. Purtroppo, quello che si dà per scontato, scontato non è, se non conosciamo i nostri diritti.
Fondazione promozione sociale onlus e il Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base organizzano tre presidi (sempre di giovedì, 5 ottobre, 9 novembre, 7 dicembre) per informare i cittadini sui diritti loro e dei loro familiari malati/con disabilità, in modo che possano ottenere le prestazioni a cui hanno diritto in base ai Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria. Conoscere i propri diritti è la risposta per impedire ai malati anziani/persone con disabilità non autosufficienti di finire per anni nelle liste di abbandono terapeutico delle Asl e alle loro famiglie di impoverirsi e/o indebitarsi.
La campagna informativa vuole fornire un aiuto concreto ai familiari, perché riuscire ad ottenere la convenzione dell’Asl significa ottenere prestazioni a sostegno della domiciliarità oppure inserire i propri congiunti in strutture idonee ai loro bisogni di cura. Il diritto impedisce anche di finire in strutture abusive, perché costano poco o di non avere sostegni adeguati a casa; senza il contributo dell’Asl non si possono sostenere rette adeguate ai loro bisogni o garantire una copertura 24 ore su 24 al domicilio.
Ci sono, da anni, oltre 30mila malati anziani non autosufficienti in lista d’attesa per ottenere prestazioni domiciliari, contributi per sostenere l’assistenza socio-sanitaria 24 ore su 24, centri diurni Alzheimer, ricoveri definitivi in strutture residenziali socio-sanitarie. In base agli ultimi dati disponibili (2013) le persone con disabilità intellettiva/autismo in lista d’attesa per le stesse prestazioni Lea sono: 2.983 per prestazioni domiciliari, 907 per centri diurni e 774 per inserimenti in comunità alloggio.
Cosa si può fare? Molto, se si conoscono i diritti previsti dalle norme vigenti.
Ad esempio è sufficiente sapere che la legge garantisce, ad una persona anziana malata cronica demente e non autosufficiente, il diritto al ricovero definitivo in una Rsa, dopo un ricovero in ospedale, quando non ci sono più le condizioni per rientrare al domicilio. Se il personale sanitario propone la dimissione, senza nessun aiuto dell’Asl, si deve richiedere per iscritto, con l’invio di tre raccomandata con ricevuta di ritorno, la richiesta di continuità diagnostica e terapeutica.
Oppure il figlio autistico e con disabilità intellettiva ha terminato la scuola dell’obbligo e non si sa da che parte cominciare per costruire un progetto di vita? Ebbene, bisogna chiedere per iscritto con lettere a/r l’inserimento in un centro diurno all’Asl/Comune di residenza e la messa a punto di un progetto personalizzato abilitativo educativo da concordare con la commissione di valutazione.
E se i genitori sono anziani e sono angosciati per il “dopo di noi”? Anche in questo caso è sufficiente inviare all’Asl di residenza la richiesta di presa in carico in base ai Lea per l’inserimento in una comunità alloggio socio-sanitaria, che può essere graduale anche per facilitare il di-stanziamento affettivo. Le esperienze positive realizzate in Piemonte sono ultratrentennali e sono migliaia le situazioni affrontate e risolte dalla Fondazione promozione sociale onlus avvalendosi delle norme vigenti.
Tutte le prestazioni domiciliari e residenziali sono garantite dal Servizio sanitario nazionale in quanto rientrano nei Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria (art. 54, legge 289/2002, corte Costituzionale n. 36/2013). L’utente versa dal 30 al 50% del costo e, se non ha mezzi economici sufficienti, interviene il Comune in base all’Isee. I Lea sono il nucleo irriducibile del diritto alla salute, che non può essere negato con il pretesto della scarsità di risorse (Corte costituzionale n. 502/2000; Consiglio di Stato 46/2017).
Qual è il problema? Manca l’informazione sui diritti. I cittadini hanno imparato ad esempio a richiedere il diritto all’indennità di accompagnamento o il diritto all’integrazione scolastica; adesso è indispensabile imparare a richiedere il diritto alle prestazioni Lea.
Ulteriori informazioni sul sito www.fondazionepromozionesociale.it