Nella nostra diocesi, come ogni anno, oltre 40 catecumeni adulti stanno avvicinandosi ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana per seguire Gesù Cristo e entrare nella Chiesa cattolica. Il percorso di conversione per imparare a seguire, amare e vivere il Vangelo è durato per molti alcuni anni, per altri due anni. Il tempo è necessario per maturare una stabile decisione e la convinzione necessaria per vivere tutta la vita in coerenza con il Vangelo, annunciato dalle comunità cristiane, che li hanno accompagnati. Non è bastato fare qualche incontro di catechismo o di studio biblico, ma hanno dovuto cambiare modo di pensare e di vivere la loro esistenza quotidiana. È questo il bello del percorso proposto dai nostri Vescovi per «iniziare» alla vita cristiana chi chiede liberamente e aderisce consapevolmente alla Chiesa cattolica.
Così si stanno compiendo per loro gli ultimi atti diocesani, richiesti dal «Rito per l’Iniziazione cristiana degli adulti». Innanzitutto, il «discernimento»: attraverso un colloquio i Responsabili del «Servizio diocesano», a nome del Vescovo, verificano la sincerità dell’adesione a Cristo dei candidati. Quindi, il Ritiro diocesano presso l’Istituto Sociale la domenica 4 febbraio 2018 dalle 9 alle 16 con la partecipazione di mons. Guido Fiandino in rappresentanza dell’Arcivescovo.
Infine, il Rito dell’Elezione o Iscrizione del Nome in Cattedrale, presieduto dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, il quale, dopo essersi assicurato dell’avvenuta conversione dei candidati, attraverso un dialogo sincero e schietto con i Responsabili diocesani, gli accompagnatori e i padrini, li chiama a celebrare i Sacramenti durante la Veglia pasquale di quest’anno. Questi tre momenti saranno seguiti nelle rispettive parrocchie, le ultime domeniche della Quaresima, dagli Scrutini, durante i quali tutta la comunità è invitata ad accompagnare, con la preghiera e con l’esempio, coloro che sono stati «eletti» dall’Arcivescovo.
Quest’anno, oltre ad una buona rappresentanza di italiani, molti sono gli stranieri, accolti e accompagnati con cura e attenzione: albanesi, sudamericani, ivoriani e nigeriani, ecc. Le loro storie sono spesso percorsi umani e affettivi difficili, che hanno avuto anche momenti drammatici di sofferenza. La delicatezza dell’accompagnamento delle persone, cercando di annunciare un vangelo, incarnato nelle loro vicende, e l’esercizio della misericordia spesso necessario per districare situazioni esistenziali complesse hanno richiesto a chi li ha accompagnati una formazione specifica che il «Servizio diocesano per il catecumenato» ha sviluppato durante tutto l’anno. Lo stesso Arcivescovo spesso ci ha esortati a insistere, affinché sia i parroci sia gli accompagnatori siano ben preparati a questo compito particolare: generare cristiani autentici. Non è solo ritualismo né istruzione dottrinale né cameratismo. Si tratta di un modo antico e nuovo di affiancare fraternamente le persone per cambiare le loro abitudini di vita e renderle conformi al vangelo di Gesù, testimoniato dalla Chiesa cattolica.
don Andrea FONTANA
con l’Équipe del Servizio diocesano
(da «La Voce E il Tempo» del 21 gennaio 2018)