La mostra «ClocharDomus», nata da un’idea di Raffaele Palma per il CAUS (il Centro Arti Umoristiche e Satiriche, che quest’anno ha compiuto quarant’anni di attività), è la quarta esposizione artistica dedicata al mondo dei senzatetto. I quarantatré artisti di questa collettiva 2024 si sono ispirati alle povere cose (oggetti di uso quotidiano) e ai pochi affetti (perlopiù cani o gatti) che circondano gli invisibili nella loro quotidiana vita su strada.
L’esposizione è aperta al pubblico presso la Galleria Umberto I in Piazza della Repubblica (Porta Palazzo) a Torino, da martedì 15 ottobre a domenica 3 novembre 2024.
Orario: dal lunedì al sabato dalle ore 7,30 alle 23,30 – domenica dalle 9,30 alle 20,00.
Inaugurazione martedì 15 ottobre ore 17. Ingresso gratuito.
La mostra propone quarantatré opere di altrettanti artisti figurativi, realizzate con la tecnica dell’acrilico su telo in PVC di dimensioni 1 metro x 1 metro, tutte ispirate dal vero, osservando cioè l’habitat dei clochard su marciapiedi, sulle panche dei giardini o in fila alle mense del povero.
I dipinti raffigurano gli oggetti che compongono la domus del clochard: cartoni, coperte, sacchi a pelo, carrelli, abbigliamento consunto, piccoli strumenti musicali, qualche libro malconcio, radioline, Pikachu e peluche vari, vecchi cellulari, stuoie, sgabelli, carrozzine per disabili, bottiglie, lattine, confezioni di cibo, ciotole per i loro pet, barattoli per elemosina ecc.
Sul tema dei barattoli, l’artista Giancarlo Laurenti ha voluto ricordare con la sua opera, la storia della “brigata Cirio” riferita ai poveri torinesi d’un tempo che si presentavano nelle mense di carità con barattoli vuoti dei pelati per prendere la loro porzione di pranzo quotidiano: realtà non molto dissimile da oggi. Com’è nata la “brigata Cirio”? Siamo nel secondo dopoguerra e moltissimi italiani si ritrovarono indigenti poiché con la guerra avevano perso tutto. Chi tra questi non accettava di stendere la mano e chiedere l’elemosina per non palesare il suo stato di miseria, si procurava vestiti e cibo come poteva. Così anche a Torino, due volte al giorno, a pranzo e a cena, file di persone si formavano davanti alle cucine di organizzazioni umanitarie come la San Vincenzo, il Cottolengo, i frati o addirittura le caserme dove il cibo era abbondante, aspettando gli avanzi del rancio della giornata sul retro della struttura militare. Moltissimi di questi disperati avevano con sé un cucchiaio e una latta vuota di salsa di pomodoro, pelati o legumi, recuperata tra i rifiuti o donata dai cuochi di queste cucine per poveri, poiché non erano in grado di acquistare neppure un dignitoso “barachin”. Raccontavano gli anziani, che si vedevano code di povere persone con una latta appesa a un manico di fil di ferro, aspettando pazientemente un pasto caldo. La maggior parte di loro utilizzava una latta dell’azienda dell’imprenditore piemontese Cirio, molto diffusa sul mercato. Iniziarono così a chiamarli “brigata Cirio”, un soprannome bonario per nulla irridente, che accostava caserma e latte di pelati. C’è chi ricorda che anche la minestra distribuita in queste strutture fosse rossa perché cucinata con il pomodoro pelato donato da Cirio.
Nell’ampia rassegna in esposizione, emergono dettagli di vite disperate, spesso dignitose, scorci di povertà assoluta ma rivelatrici del carattere e della psicologia di ogni singolo clochard. Sguardi stanchi, provati, ma ricchi di empatia, fieri d’essere ancora una volta al servizio dell’arte, mettendo i loro angoli di stenti a disposizione degli artisti che, nel rispetto assoluto della loro difficile condizione, si sono adoperati per fissare su tela questa realtà, in un rapporto artista-clochard fatto di umanità, rispetto e solidarietà.
La location espositiva scelta per questa quarta collettiva è la galleria Umberto I, luogo assai noto in città per le numerose attività commerciali e la sensibilità di ciascun negoziante ad accettare e sostenere manifestazioni di varia natura, non ultima questa sui clochard. Porta Palazzo è anche area con la maggiore concentrazione di attività rivolte all’accoglienza notturna e diurna tra le più attive per l’ospitalità ai senza fissa dimora (Sermig, Cottolengo, Asilo Notturno Umberto I, Polo alimentare Barolo, Caritas, RePoPP, ecc.). La mostra non si prefigge alcuna iniziativa benefica nei confronti dei senza fissa dimora, ma ha il solo scopo di sensibilizzare in primis l’apparato pubblico e poi ogni singolo cittadino nell’aiuto verso gli invisibili che a breve dovranno affrontare la stagione più fredda dell’anno.
Per tutte le informazioni sulla mostra: mail info@caus.it, cell. 3396057369