«Insieme al popolo birmano» è il titolo dell’incontro, organizzato dal coordinamento interconfessionale del Piemonte «Noi siamo con voi», che si terrà mercoledì 21 aprile 2021 alle 18 sulla pagina You Tube «Noi Siamo con voi» per esprimere vicinanza «alle donne e agli uomini che manifestano per la democrazia nelle strade del Myanmar giorno e notte».
Intervengono al dibattito moderato da Bruno Geraci: Piero Fassino, presidente della Commissione Esteri della Camera, Maurizio Marrone, assessore alla cooperazione internazionale della Regione Piemonte, Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Diritti umani del Piemonte, Paolo Candelari del coordinamento AGiTe, Erika Vitale di MedAcross onlus, Claudio Torrero e Walter Nuzzo, co-fondatori del movimento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’.
«Vogliamo esprimere vicinanza», evidenzia il documento relativo alla crisi birmana, approvato all’unanimità dal coordinamento ‘Noi siamo con voi’, «soprattutto a quei giovani della generazione Z, cresciuti in sostanziale libertà negli ultimi 10 anni e non più disposti a farne a meno. Con la forza dei social, unita alla fame di libertà continuano le proteste, nonostante gli arresti, le centinaia di morti, e le torture costantemente documentate online. La risposta del Myanmar al colpo di Stato è stata corale, il Paese ha dato vita al più massiccio movimento di resistenza civile della storia recente. Partito dal sindacato dei medici di Mandalay, il movimento si è via via allargato a ingegneri, insegnanti, avvocati e a tutta l’amministrazione pubblica, di fatto provocando la paralisi dell’intero Paese.
All’interno del movimento, molti sono lavoratori o studenti animati da un forte senso di sacrifi cio, quasi a voler rendere giustizia ai loro genitori e nonni uccisi e torturati, nel passato, dagli stessi aguzzini di oggi. Raccontano sulla rete come i propri familiari vennero portati via con violenza dalle proprie abitazioni».
«Il gesto di sister Ann Nu Thawng, religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello Stato del Kachin», conclude il coordinamento, «inginocchiata davanti alla polizia antisommossa è forse l’immagine-simbolo che ci deve costantemente ricordare di stare sempre accanto al coraggio di chi vuole cambiare il volto al mondo».
(fonte: «La Voce E il Tempo» del 18 aprile 2021)