Sabato 15 febbraio 2020 ore 20.30 in via Baltea 3 a Torino l’associazione International Help onlus e gli amici del Cric organizzano una cena di solidarietà con i Rojava, popolo del Kurdistan irakeno. Quota partecipazione: 25 euro.
Prenotazioni entro il 12 febbraio al n. 339 6784150.
I primi interventi di International Help in Kurdistan irakeno risalgono al 2003 dopo la caduta di Saddam Hussein e la conquista di ampi spazi di autonomia. Furono inviate due sale dentistiche all’ospedale di Kirkuk. Seguirono interventi di sostegno a progetti ecosostenibili soprattutto nel settore dell’energia pulita. Dopo anni di benessere la nascita dell’Isis nel 2014 produsse un esercito di profughi accolti in numero di quasi due milioni in Kurdistan irakeno.
International Help è intervenuta grazie alla presenza in loco di Jabar Mustafa socio dell’associazione, architetto curdo con passaporto italiano. Sono stati eseguiti interventi mirati a ridurre il disagio di persone che in pochi giorni avevano perduto casa, lavoro, posizione sociale, denaro e spesso uno dei loro cari. Dopo la caduta dell’Isis una trentina di famiglie, soprattutto cristiane e yazide, sono state aiutate tornare alle loro case della Piana di Ninive. Nell’estate del 2019, mentre già si accumulavano le premesse dell’invasione del Rojava, International Help ha finanziato la costruzione di cinque pozzi nei villaggi di Gir Heart, Khalil Khabat, Tobo, Shahib, a favore di scuole con centinaia di studenti privi di acqua potabile. Al realizzarsi dell’invasione turca si è creata una moltitudine di sfollati senza risorse.
International Help, grazie alla credibilità acquisita presso il Governo del Rojava con i precedenti interventi e alla sinergia con la Ong curdo-siriana Ava, è stata tra le prime associazioni a portare soccorsi tramite l’invio di beni primari come acqua potabile, latte, cibo, farmaci ecc. Nell’autunno 2019 il primo intervento ha riguardato 1541 famiglie coinvolgendo 7109 persone nell’area di Al Kassakh. Il secondo intervento ha coinvolto 1290 famiglie e 6352 persone. A gennaio 2020 sono stati inviati aiuti ad altre 150 famiglie.