In occasione del collocamento in quiescenza del Prof. Angelo d’Orsi, l’Università di Torino (dove ha insegnato per decenni), con la collaborazione di «Historia Magistra. Rivista di storia critica», di cui Angelo d’Orsi è fondatore e direttore, organizza un incontro a due voci sul tema «La ricerca della verità: il giudice e lo storico». Appuntamento giovedì 30 novembre 2017 ore 18 – 20, nell’aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino in via Verdi 8. Il Magnifico Rettore Prof. Gianmaria Ajani apre l’incontro. Modera il prof. Gastone Cottino (Emerito, Università di Torino)
Angelo d’Orsi (storico del pensiero politico) e Roberto Scarpinato (procuratore generale della Corte di Appello di Palermo) affronteranno l’intrigante tema dell’analogia fra il giudice e lo storico, più volte esplorata dalla storiografia, e non solo.
A partire dal 1769, quando l’erudito gesuita Henri Griffet traccia per la prima volte somiglianze e divergenze tra i ruoli di queste due figure, gli storici si sono esplicitamente misurati con la necessità di verificare le proprie affermazioni e quindi con la ricerca della verità. Lo storico francese Marc Bloch, nel postumo Apologia della storia (1949), sostiene che giudice e storico devono avere come punto in comune “l’onesta sottomissione alla verità”, ma se la finalità del primo è giudicare, quella del secondo è comprendere. Quanto al mondo del diritto basterà ricordare Piero Calamandrei che nello stesso periodo tra le due guerre, affronta esplicitamente il tema in un celebre saggio Il giudice e lo storico (1939) nel quale, oltre a presentare analogie e differenze tra i due mestieri, si confronta con le implicazioni politiche di storia e diritto.
L’incontro, moderato da un giurista sensibile ai temi extragiuridici come Gastone Cottino, mira a offrire nuovi elementi di discussione sul tema, mettendo a confronto due protagonisti degli ambiti in questione.
Angelo d’Orsi ha insegnato varie discipline storiche a Milano, Alessandria, e Torino, a partire dal 1974; è fondatore e direttore di “FestivalStoria” (2005), delle “Settimane della Politica” (2009), creatore della Fondazione L. Salvatorelli (2002), membro della Commissione per l’Edizione Nazionale degli Scritti di A. Gramsci e di quella delle Opere di A. Labriola; ha fondato e dirige le riviste «Historia Magistra. Rivista di storia critica» (Franco Angeli, 2009) e «Gramsciana. Rivista internazionale di Studi su Antonio Gramsci» (Stem-Mucchi, 2015). Collabora a varie testate giornalistiche.
Della sua produzione, ricordiamo i titoli degli ultimi anni: Il futurismo tra cultura e politica. Reazione o rivoluzione? (Salerno Editrice, 2009); 1989. Del come la storia è cambiata, ma in peggio (Ponte alle Grazie, 2009); L’Italia delle idee. Il pensiero politico in un secolo e mezzo di storia (Bruno Mondadori, 2011); Il nostro Gramsci. Antonio Gramsci a colloquio con i protagonisti della storia d’Italia (cura, Viella, 2011); Inchiesta su Gramsci. Quaderni scomparsi, abiure, conversioni, tradimenti: leggende o verità? (cura, Accademia University Press, 2014); Gramsciana. Saggi su Antonio Gramsci (Mucchi, 2014; nuova ed. 2015); 1917. L’anno della Rivoluzione (Laterza, 2016); Gramsci. Una nuova biografia(Feltrinelli, 2017).
Roberto Maria Ferdinando Scarpinato è Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo dal febbraio 2013, dopo essere stato procuratore Generale di Caltanissetta. Membro del pool antimafia dal 1991, ha collaborato con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giancarlo Caselli. Divenuto Procuratore aggiunto, ha condotto pressanti indagini sui rapporti tra mafia e massoneria deviata, sulla cosiddetta “trattativa” tra lo Stato e Cosa Nostra nel periodo delle stragi, e sui rapporti tra mafia ed economia.
Dal 2005 al 2010 ha diretto i dipartimenti di Mafia-economia e Criminalità economica. É autore tra l’altro di Il ritorno del principe (con S. Lodato, Chiarelettere, 2008), recentemente ripubblicato con nuova prefazione e di numerose altre pubblicazioni in Italia e all’estero. Collabora anche con la rivista «MicroMega».