Presso il Museo Diocesano di Torino, domenica 24 novembre 2019, Massimiliano Ungarelli, autore della mostra “In fuga da Nazareth” con l’Associazione Culturale Midrash, propone una innovativa formula di visita guidata coinvolgendo musicisti, poeti e danzatori per far conoscere il progetto di denuncia e promozione sociale che li hanno animati.
L’evento artistico inizia alle 17 con un percorso guidato tra le tele: i visitatori saranno accompagnati dai danzatori Adonai di Cristina Viotti a passare e sostare davanti a ogni quadro con il sottofondo della musica di Arvo Part; saranno invitati a riflettere ed a lasciarsi interpellare dalle opere accompagnati anche da poesie recitate dal vivo e scritte appositamente per le tele esposte.
In seguito i danzatori Adonai condurranno i visitatori in sala conferenze dove, comodamente seduti, potranno assistere ad una performance artistica di: musica dal vivo poesie/testi e coreografie di danza appositamente creati.
Vi sarà inoltre una presentazione, riflessione, condivisione con l’autore Massimiliano Ungarelli, gli organizzatori dell’associazione Midrash, Adonai -danza per evangelizzare di Cristina Viotti, gli artisti presenti.
La mostra “In fuga da Nazareth. Profughi di ieri e di oggi” è stata inaugurata l’11 novembre 2019, presso il Museo Diocesano di Torino, preceduta dalla presentazione al pubblico all’interno del prestigioso contest internazionale World Press Photo di Torino.
Un progetto di sensibilizzazione e aiuto concreto sul tema della crisi umanitaria dei migranti, attraverso venti opere tratte da foto di veri profughi che “prestano” il volto alla Sacra Famiglia di Nazareth, anch’essa costretta, all’interno della propria vicenda personale, all’esilio in terra straniera. Volti che rileggono una storia passata, che si attualizza nei passi, nei gesti, negli occhi, di moderni profughi e si rifà più vicina: nella giacca logora di Giuseppe che porta con sé oltre al fagotto di Gesù, un visto forse “mai visto” da nessuno, i suoi attrezzi di lavoro verso un Egitto evoluto, e ancora, nel berretto di lana, calda corona sul figlio dell’uomo in braccio a Maria, con lo zaino sulle spalle. Una scelta che celebra e onora la corporeità e l’umanità comune a tutti.
Con una tecnica che utilizza pannelli in legno di recupero capaci di conferire alle opere un particolare tratto materico e una “ferita aperta” sui volti rappresentati. Quadri-non-quadri che partendo da materiali poveri e di scarto, raccontano di una fuga per la vita e fanno appello alla coscienza.
Metà dei ricavati della vendita dei quadri e delle ristampe in scala degli stessi, contribuiranno alla raccolta di fondi da destinarsi a famiglie di profughi che stanno vivendo questo dramma.
Ulteriori info: info@associazionemidrash.it