Venerdì 22 aprile 2022, in occasione della Giornata della Terra, inaugurano al Forte di Bard due mostre legate al lavoro di ricerca dell’Università di Torino. Si tratta di «Linguaggio, comunicazione e percezione della crisi climatica» realizzata dall’Area Valorizzazione, Impatto della ricerca e Public Engagement e dal Green Office dell’Università di Torino con il patrocinio della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile – RUS, e di «Umberto Mònterin, di ghiaccio di sabbia», realizzata dal Forte di Bard con la curatela scientifica del Prof. Michele Freppaz del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari di UniTo.
«Linguaggio, comunicazione e percezione della crisi climatica» è ispirata al progetto “Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la guida sui cambiamenti climatici edita dall’Università di Torino. La mostra, dopo l’anteprima al Festival della Scienza di Genova e le due tappe torinesi presso il Rettorato e la Scuola di Management ed Economia dell’Università di Torino, sarà ospitata nel deambulatorio della Piazza d’Armi del Forte di Bard, dal 22 aprile al 12 giugno 2022.
A partire dai contenuti della guida, si focalizza sui meccanismi fondamentali del linguaggio che contribuiscono alla costruzione della crisi climatica nel nostro immaginario ed esplora le molteplici forme di comunicazione adottate per rappresentarla nonché i processi sociali e psicologici attraverso i quali tutti noi, individualmente e collettivamente, elaboriamo le informazioni che ci raggiungono.
L’esposizione – a differenza di altre mostre sul tema ¬– si configura come uno strumento utile per aumentare la consapevolezza nei confronti di tutti gli aspetti linguistici e mediatici di un problema così drammatico e attuale, quale è il cambiamento climatico. Si sviluppa in 4 parti – “Clima e crisi climatica”, “Linguaggio”, “Comunicazione” e “Percezione” – tra pannelli illustrativi, disegni, vignette e installazioni video. Maggiori contenuti di approfondimento sono inoltre disponibili sotto forma di pillole audio registrate dagli esperti e fruibili direttamente sul proprio smartphone scansionando i QR code presenti sui pannelli. I visitatori più giovani saranno invece accompagnati da Sael e Galadh, due dinosauri sopravvissuti all’estinzione e oggi alle prese con la comprensione della crisi climatica.
«Umberto Mònterin, di ghiaccio di sabbia», allestita dal 22 aprile al 4 dicembre 2022 nella sezione del Museo delle Alpi dedicata alle attività espositive temporanee, rende omaggio a uno dei pionieri della climatologia in Italia. Noto come lo scienziato alpinista, Mònterin ha dedicato tutta la sua vita allo studio della montagna, concentrandosi in modo particolare sui fenomeni meteorologici che caratterizzano l’alta quota e i ghiacciai. Uno studio appassionato, minuzioso, fatto sul campo, osservando fenomeni naturali che ancora oggi sono oggetto d’indagine.
Grazie alla collaborazione di diversi enti di ricerca e istituzioni e dei nipoti, Umberto e Marta Mònterin che hanno concesso l’accesso agli archivi fotografici di famiglia e la disponibilità di strumenti scientifici, la mostra presenta una selezione di fotografie e documenti di grande fascino ed importanza. Le lastre fotografiche realizzate da Mònterin ai primi del ‘900 rivelano la sua capacità di unire la qualità fotografica con la necessità di cogliere aspetti della natura funzionali alla sua ricerca. Ogni inquadratura non è mai casuale ma permette di cogliere particolari poi opportunamente descritti nelle sue pubblicazioni scientifiche. Proprio le immagini, selezionate dal fotografo Enrico Peyrot e dal curatore scientifico Michele Freppaz, mettono in luce le attività condotte in campo glaciologico e climatologico dallo scienziato. Sono esposte le fotografie dei pluvionivometri totalizzatori e degli Osservatori meteorologici al Col d’Olen, dove ha sede l’Istituto scientifico Angelo Mosso dell’Università di Torino, alla Capanna Margherita e a D’Ejola a testimonianza dell’attività di Mònterin in campo meteorologico e climatologico.