La Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti si è tenuta lo scorso 22 novembre 2020: come ogni anno si è trattato di una domenica dedicata in particolare alla comunione tra preti e fedeli, tenuti uniti dallo Spirito, affidati gli uni agli altri. Come in una famiglia. Ecco il significato dello slogan scelto per questa XXXII Giornata nazionale: «Il tuo parroco, uno di famiglia. Prenditene cura».
Ma come in una famiglia, l’affetto, la cura, il sostegno non può limitarsi ad una sola domenica. Perciò a partire dal 22 novembre, in tutto il periodo di Natale e nel corso dei mesi successivi sarà possibile esprimere il gesto di condivisione dall’alto valore ecclesiale: un’offerta per il sostentamento dei nostri sacerdoti. Basta anche una piccola somma ma donata in tanti per esprimere concretamente una scelta di condivisione, solidarietà, fraternità e perequazione.
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Pubblichiamo di seguito una intervista al referente diocesano e regionale del Sovvenire (Servizio della CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica).
«Abbiamo chiesto al diacono Giorgio Carlino, responsabile diocesano e regionale del Sovvenire, di aiutarci a comprendere appieno il senso dell’impegno nel sostegno del clero in particolare in un anno difficile a causa della pandemia in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Alcuni, come gli assistenti religiosi, nelle diverse fasi dell’epidemia, sono sempre stati in prima linea nelle corsie degli ospedali e nelle case di cura ribadendo, con il loro servizio, il valore inestimabile di ogni vita che va curata e assistita con dignità, indipendentemente dall’età.
Diacono Carlino, il tema del sostentamento può apparire di esclusivo carattere economico, legato alla «remunerazione». Si tratta, invece, di un gesto che richiama ai valori ecclesiali della comunione, della solidarietà e della corresponsabilità. Che particolare valore assume oggi?
Nel riacutizzarsi della pandemia di Covid-19, con la seconda ondata, i Vescovi hanno invitato i fedeli ad impegnarsi a pregare, come comunità, ancora di più dell’ordinario. Ma c’è anche un modo concreto in cui possiamo partecipare alla nostra comunione ed è dimostrare la nostra appartenenza alla Chiesa ricordando l’invito del Signore: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (Mt 7, 7-14). Come i primi cristiani condividevano tutto per il bene comune, anche noi siamo chiamati ad esprimere la comunione attraverso l’aiuto ai nostri preti.
Le offerte finalizzate al sostegno dei ministri della Chiesa oggi sono molto ridotte in termini economici a causa delle diverse difficoltà attuali (si registra una diminuzione, rispetto all’anno precedente, del 10% a livello nazionale e del 11,7% nella Regione Piemonte). Non dobbiamo dimenticare che la nostra corresponsabilità è determinata anche dalla solidarietà: la Chiesa si è sempre sostenuta con la partecipazione del popolo di Dio, come dice san Paolo nelle sue lettere alle comunità. Le necessità caritative e solidali hanno impegnato in misura sostenuta le esigenze sempre più incalzanti delle persone colpite dalla situazione storica che stiamo vivendo. Quindi per quanto possibile le risorse vengono distribuite in questi ambiti esistenziali, pertanto le offerte deducibili a sostegno del clero sono diminuite in maniera consistente. Siamo perciò chiamati a non dimenticare i nostri sacerdoti che continuano a prestarsi nelle opere verso il prossimo senza limite, anche nel sostegno alle persone oggi afflitte dalla pandemia che non possono incontrare i loro familiari.
In concreto cosa possono fare le comunità?
Ciò che possiamo fare è donare, non importa quale importo, e farci sentire vicini ai sacerdoti e grati dei servizi donati a tutte le comunità, come testimonianza della nostra comunione. Nelle parrocchie e nelle chiese sono a disposizione i pieghevoli «Insieme con i sacerdoti» che ci aiutano e spiegano come effettuare queste erogazioni liberali anche solo come segno di appartenenza verso i nostri preti che fanno parte della nostra famiglia in Cristo.
Le offerte sono deducibili nel senso che si possono dedurre dalla dichiarazione dei redditi ai fini del calcolo dell’Irpef fino ad un massimo di 1932,91 euro ogni anno.
Quando è possibile effettuare l’offerta?
Tutti i giorni dell’anno e può essere ripetuta anche più volte all’anno.
Perché donare l’offerta per i sacerdoti, se c’è l’8xmille?
Le offerte per i sacerdoti e l’8xmille sono nati insieme, con il Concordato del 1984. Ma se l’8xmille è andato incontro ad una rapida diffusione, che oggi lo ha reso un mezzo ben noto per sostenere la Chiesa Cattolica, le offerte sono uno strumento ancora poco usato. Ma esse sono un segno della vita ecclesiale e dell’unità dei fedeli. Per questo vale la pena promuoverle, con fiducia nella crescita di questa raccolta fraterna, che rivela il volto della “Chiesa-comunione”.
Intervista a cura di Stefano DI LULLO»
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.insiemeaisacerdoti.it, o la pagina Facebook www.facebook.com/insiemeaisacerdoti