– Persona: in un sistema nel quale la persona è ridotta a risorsa umana – al pari di una materia prima da comprare o dismettere in base ad un criterio meramente produttivo è necessario tornare a mettere al centro luomo, la sua dignità di collaboratore alla crescita e allo sviluppo umano, il suo bisogno di essere protagonista della vita, la sua creatività e le sue relazioni familiari e sociali e la sua responsabilità nello svolgere bene il proprio compito.
– Famiglia: è il soggetto che più fortemente ha subito i contraccolpi delle profonde trasformazioni nel lavoro. In molte famiglie, laumento del benessere economico non corrisponde ad un miglioramento delle relazioni, della comunicazione. Daltro canto le famiglie segnate dalla precarietà nel lavoro e da condizioni economiche difficili sono fortemente condizionate nelle loro scelte anche educative.
– Tempo: lattuale impostazione del lavoro, caratterizzata da forte investimento mentale ed emotivo da parte della persona, provoca, in un certo senso, uno svuotamento di umanità che si rivela soprattutto nel vivere la festa e il tempo libero. È qui che luomo recupera il senso della sua vita, nelle sue dimensioni più essenziali.
– Sicurezza. Può essere intesa secondo due accezioni: da una parte la necessità di avere la sicurezza di un posto di lavoro, che gradualmente scompare per lasciare il posto alla flessibilità. Questa aumenta lincertezza per le famiglie, la paura del futuro, lindividualismo.
La sicurezza riguarda anche i rischi legati ai luoghi e alle condizioni di lavoro. Velocità di produzione, precarietà, scarsa specializzazione sono cause di morte ancora oggi. Ancora una volta, la logica del profitto prevale sulla centralità della persona.
– Responsabilità sociale delle imprese. Si esplicita nellintegrare i parametri di mercato e di profitto con criteri di natura etica quali limpatto ambientale, i diritti dei lavoratori, nonché la scelta di produrre beni che siano realmente utili alluomo e al suo benessere integrale come persona.