Nell’odierna Giornata mondiale degli anziani, da lui istituita, Francesco insiste sulla relazione tra generazioni, fonte di ricchezza per la società intera soprattutto in un mondo ancora dominato dalla cultura dello scarto. In particolare chiede di far visita a chi è solo o impossibilitato ad uscire di casa
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Nonni, depositari di amore, pazienza e saggezza, scrigni di memoria, autori di sogni profetici, custodi di radici. Ma anche eredità di fede e anello di congiunzione tra le generazioni. Nonni talvolta fragili, dalla voce spesso flebile, eppure sempre preziosa la cui preghiera è in grado di “proteggere il mondo”. A loro Francesco, dall’inizio del pontificato, non ha mancato di rivolgere il pensiero, a loro è giunto più volte il suo incoraggiamento, l’encomio, il richiamo ad essere, in virtù dei loro carismi, costruttori di pace e giustizia, modelli di solidarietà, fino a volergli dedicare appunto l’odierna Giornata mondiale, anticipata da un Messaggio che fa eco all’enciclica Fratelli tutti, dal titolo “Io sono con te tutti i giorni”. Il Papa all’Angelus regala loro l’applauso della Piazza e a tutti i fedeli rivolge un invito: andare a trovare chi è solo, portando l’abbraccio del Padre che consola e dona forza.
Nonni e nipoti, giovani e anziani insieme, hanno manifestato uno dei volti belli della Chiesa e hanno mostrato l’alleanza tra le generazioni. Invito a celebrare questa Giornata in ogni comunità e ad andare a trovare i nonni e gli anziani, quelli che sono più soli, per consegnare loro il mio messaggio ispirato alla promessa di Gesù “Io sono con te tutti i giorni”. Chiedo al Signore che questa festa aiuti noi, che siamo più avanti negli anni, a rispondere alla sua chiamata in questa stagione della vita e mostri alla società il valore della presenza dei nonni e degli anziani, soprattutto in questa cultura dello scarto.
Senza il dialogo tra generazioni la storia non va avanti
Una relazione quella tra nonni e nipoti che deve essere costantemente alimentata, sostiene il Papa, perché solo da questa connessione di vita e dialogo, da questa condivisione di esperienze, dal prendersi cura gli uni degli altri, la storia va avanti.
Ma, i nonni hanno bisogno dei giovani e i giovani hanno bisogno dei nonni: devono interloquire, devono incontrarsi! I nonni hanno la linfa della Storia che sale e dà forza all’albero che cresce! Mi viene in mente – credo che l’ho citato una volta – quel passo di un poeta: “Tutto quello che l’albero ha di fiorito viene da quello che è sotterrato”. Senza il dialogo tra i giovani e i nonni, la Storia non va avanti, la vita non va avanti: ci vuole [di] riprendere questo, come … è una sfida per la nostra cultura! I nonni hanno diritto a sognare guardando i giovani, e i giovani hanno diritto al coraggio della profezia prendendo la linfa dai nonni. Per favore, fate questo: incontrare nonni e giovani e parlare, interloquire. E farà felici tutti.