“Nella vecchiaia non abbandonarmi” è il tema del Messaggio di Francesco per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che ricorre il 28 luglio. Nel testo la denuncia di una mentalità individualista che va diffondendosi e che marginalizza l’anziano vissuto spesso come un peso e un costo eccessivo per la società. L’invito del Pontefice è a superare questa visione per pensare a un futuro diverso dove non ci sia contrapposizione tra generazioni e i giovani non facciano mancare la tenerezza
Adriana Masotti – Città del Vaticano
“La contrapposizione tra le generazioni è un inganno ed è un frutto avvelenato della cultura dello scontro.” E poco più avanti: “Le appartenenze comuni sono in crisi e si affermano le individualità; il passaggio dal “noi” all’“io” appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi”. Sono due affermazioni contenute nel Messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che si celebrerà il prossimo 28 luglio. Nel testo che ha per titolo “Nella vecchiaia non abbandonarmi”, il Papa denuncia la solitudine e lo scarto a cui molti anziani sono destinati per diverse ragioni, ma anche per “una sorte di triste congiura sociale” e incapacità di pensare una società diversa. “In questa IV Giornata mondiale dedicata a loro, non facciamo mancare la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie”, è la sollecitazione di Francesco.
L’amore fedele del Signore
Il Messaggio inizia riconoscendo che “Dio non abbandona i suoi figli, mai”, ai suoi occhi la vita non perde valore “quando l’età avanza e le forze declinano”. Tutta la Sacra Scrittura attesta “l’amore fedele del Signore” e la sua misericordia verso di noi “in qualsiasi condizione ci troviamo”
I salmi sono colmi della meraviglia del cuore umano di fronte a Dio che si prende cura di noi, nonostante la nostra pochezza; ci assicurano che Dio ha tessuto ognuno di noi fin dal seno materno e che nemmeno negli inferi abbandonerà la nostra vita. Dunque, possiamo essere certi che ci starà vicino anche nella vecchiaia, tanto più perché nella Bibbia invecchiare è segno di benedizione.
Il timore dell’abbandono
Accanto a questa certezza, nella Bibbia troviamo tuttavia anche espressioni di timore dell’abbandono e invocazioni forti come nel Salmo 71,9: “Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia”. Francesco scrive che non si tratta di una contraddizione e riferendo anche un’esperienza personale spiega:
Guardandoci attorno, non facciamo fatica a verificare come tali espressioni rispecchino una realtà più che evidente. Troppo spesso la solitudine è l’amara compagna della vita di noi, anziani e nonni. Tante volte, da vescovo di Buenos Aires, mi è capitato di visitare case di riposo e di rendermi conto di quanto raramente quelle persone ricevessero visite.
Le ragioni della solitudine degli anziani
Molte le cause della solitudine vissuta dagli anziani, il Papa ne cita alcune: l’emigrazione dei giovani; le guerre che vedono gli uomini a combattere e donne e bambini costretti a spostarsi altrove; oppure, in alcune parti del mondo, false credenze come quella che accusa gli anziani di praticare la stregoneria “per togliere energie vitali” alle nuove generazioni. Ma la conflittualità tra anziani e giovani è diffusa. Il Papa scrive:
Se ci pensiamo bene, quest’accusa rivolta ai vecchi di “rubare il futuro ai giovani” è molto presente oggi ovunque. Essa si riscontra, sotto altre forme, anche nelle società più avanzate e moderne. Ad esempio, si è ormai diffusa la convinzione che gli anziani fanno pesare sui giovani il costo dell’assistenza di cui hanno bisogno, e in questo modo sottraggono risorse allo sviluppo del Paese e dunque ai giovani.
Inaccettabile lo scontro tra giovani e anziani
“Si tratta di una percezione distorta della realtà”, afferma il Pontefice. “È un inganno e un frutto avvelenato della cultura dello scontro. Mettere i giovani contro gli anziani è una manipolazione inaccettabile”. Il Papa osserva che nel Salmo citato in precedenza si parla di “congiura” nei confronti degli anziani e osserva che la loro solitudine e l’emarginazione spesso “non sono casuali né ineluttabili, bensì frutto di scelte – politiche, economiche, sociali e personali – che non riconoscono la dignità infinita di ogni persona”. È ciò che succede quando per la società i vecchi “diventano solo un costo in alcuni casi troppo elevato da pagare”. Si tratta di una mentalità, fa notare Francesco, che condiziona gli stessi anziani facendoli sentire un peso per gli altri e spingendoli all’isolamento. Il Papa denuncia l’individualismo che ha contagiato anche la famiglia: “il passaggio dal ‘noi’ all’’io’ appare uno dei più evidenti segni dei nostri tempi”, scrive.
La solitudine e lo scarto sono diventati elementi ricorrenti nel contesto in cui siamo immersi. Essi hanno radici molteplici: in alcuni casi sono il frutto di una esclusione programmata, una sorte di triste “congiura sociale”; in altri casi si tratta purtroppo di una decisione propria. Altre volte ancora si subiscono fingendo che si tratti di una scelta autonoma. Sempre di più “abbiamo perso il gusto della fraternità” (Fratelli tutti, 33) e facciamo fatica anche solo a immaginare qualcosa di differente.
La storia di Rut che non abbandona l’anziana suocera
Per far comprendere bene il suo pensiero, Francesco ricorre ancora alla Sacra Scrittura e in particolare al LIbro di Rut che racconta la vicenda dell’anziana Noemi e delle sue due giovani nuore: è la stessa Noemi, consapevole del suo poco valore agli occhi della società, a invitarle a lasciarla per realizzare altrove la loro vita. La prima di nome Orpa dopo averla baciata se ne va, l’altra nuora, Rut, le rivolge queste parole: “Non insistere con me che ti abbandoni”. Rut non teme di andare contro le consuetudini e decide di mettersi in viaggio insieme all’anziana. Nel Messaggio il Papa scrive:
A tutti noi – assuefatti all’idea che la solitudine sia un destino ineluttabile – Rut insegna che all’invocazione “non abbandonarmi!” è possibile rispondere “non ti abbandonerò!”. Non esita a sovvertire quella che sembra una realtà immutabile: vivere da soli non può essere l’unica alternativa! Non a caso Rut – colei che rimane vicina all’anziana Noemi – è un’antenata del Messia, di Gesù, l’Emmanuele, Colui che è il “Dio con noi”.
Non lasciamo soli i nostri vecchi
Il Papa ammira la testimonianza di libertà e di coraggio di Rut che invita anche noi a “immaginare un futuro diverso per i nostri anziani”. Ed esprime gratitudine a quanti con tanti sacrifici come Rut “si stanno prendendo cura di un anziano o semplicemente mostrano quotidianamente la loro vicinanza a parenti o conoscenti che non hanno più nessuno”. Il Signore, afferma, non mancherà di colmarli delle sue benedizioni. Avviandosi alla conclusione del Messaggio, Francesco, rivolge a tutti un invito, assicurando ai nonni e a quanti sono loro vicini la sua benedizione e la sua preghiera:
In questa IV Giornata Mondiale dedicata a loro, non facciamo mancare la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie, visitiamo coloro che sono sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile.
Farrell: riscoprire il gusto della fraternità
In un comunicato diffuso in concomitanza con la pubblicazione del Messaggio per la IV Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, commentando il testo, afferma: “Nel Messaggio, il Santo Padre sottolinea come – a causa della crisi delle appartenenze comuni e dell’emergere di una mentalità sempre più individualista – la solitudine degli anziani spesso non sia nemmeno percepita come un problema. Ma la Chiesa è chiamata a costruire qualcosa di diverso, a far riscoprire il gusto della fraternità e a costruire legami tra le generazioni”.
Un’attenzione da dedicare agli anziani tutti giorni
Il comunicato informa, inoltre, che il Dicastero ha predisposto un kit pastorale che verrà inviato alle Conferenze episcopali e che da oggi è disponibile anche sul sito del Dicastero stesso. “Si tratta di “uno strumento a disposizione di ogni comunità ecclesiale per aiutare a vivere una Giornata senza solitudine”, spiega il dottor Gleison De Paula Souza, segretario del Dicastero, che aggiunge: “Come di consueto, proponiamo di celebrare una Messa con gli anziani della comunità e di rendere visita a quelli che vivono più in solitudine. Il nostro desiderio è che, a partire da essa, gli anziani divengano protagonisti in maniera non episodica della vita e della pastorale della Chiesa e che si dedichi loro attenzione ogni giorno dell’anno”.