PREMIO LETTERARIO IN MEMORIA DI DON DOMENICO “MECO” RICCA

Comunicato stampa del 18 febbraio 2025

 

Istituito da Forum Terzo Settore in Piemonte e Salesiani Don Bosco Piemonte e Valle d’Aosta, con il patrocinio di Consiglio regionale del Piemonte e Città di Torino, il concorso letterario è aperto a tutti, dai 14 anni in su. I partecipanti dovranno presentare, entro il 31 marzo, un elaborato (saggio breve, poesia o racconto) sul tema “Dietro le sbarre”. Bando e modulo di iscrizione sono disponibili sul web, all’indirizzo www.terzosettorepiemonte.it/progetto/premio-letterario-meco/

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Ha passato quasi una vita intera dedicandola ai ragazzi detenuti nel carcere minorile del Ferrante Aporti. Di quei giovani, il salesiano don Domenico Ricca, don Meco per tutti, è stato per oltre quarant’anni anni non solo guida spirituale, ma soprattutto confidente, formatore e riferimento e, fatto non meno importante, ha contribuito con le sue proposte e le attività da lui organizzate a migliorare i percorsi di rieducazione e le condizioni di vita nell’istituto torinese di pena per minori.

Per ricordarne la figura nel primo anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 2 marzo dello scorso anno, il Forum del Terzo settore in Piemonte (di cui don Domenico era stato tra i fondatori) e i Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta, in collaborazione con il settimanale diocesano La Voce e Il Tempo, hanno istituto il Premio letterario «Meco».

Per la prima edizione del concorso è stato scelto il tema “Dietro le Sbarre” con l’intento di spingere ad esplorare e riflettere sulla condizione di prigionia che è privazione di libertà in senso fisico, psicologico e sociale. Le “sbarre” – come è spiegato nella pagina web di presentazione del Premio – rappresentano tutto ciò che separa un individuo dalla libertà come, oltre l’essere rinchiusi tra le mura di un carcere, possono essere pure le disabilità, le paure interiori, le discriminazioni o le dipendenze. Condizioni che portano a sentirsi bloccati, incapaci di esprimersi o di immaginare un futuro diverso. L’iniziativa in memoria di don Meco è un invito a pensare anche alle opportunità di riscatto che possono nascere proprio dalle difficoltà: attraverso la forza interiore, il supporto degli altri e le attività creative come lo sport, il teatro o la musica, si possono superare le “sbarre” visibili e invisibili, riscoprendo la speranza e la libertà.I partecipanti sono invitati a condividere, attraverso la scrittura, riflessioni, esperienze reali o immaginate legate al tema della detenzione, mettendo in luce sia le difficoltà che il potenziale di rinascita. Il modulo di iscrizione è disponibile sul web, all’indirizzo www.terzosettorepiemonte.it/progetto/premio-letterario-meco/

Tre le categorie in cui è articolato il concorso: Giovani e Adulti (dai 19 anni in su), Adolescenti (dai 14 ai 18 anni), una sezione per i giovani ristretti all’Ipm «Ferrante Aporti» e, inoltre, due premi speciali sono riservati a persone con disabilità.

Gli elaborati (saggio breve, poesia o racconto) con cui, attraverso riflessioni sul tema della detenzione, oppure la narrazione di esperienze reali o immaginate, evidenziando sia le difficoltà che il potenziale di rinascita, devono essere consegnati entro il 31 marzo.

La giuria del Premio è presieduta dalla giornalista Marina Lomunno, autrice del libro “Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti”, una lunga intervista a don Meco pubblicata da Elledici nel 2015. Tra gli altri membri gli scrittori Margherita Oggero e Younis Tawfik, il giudice minorile Ennio Tomaselli, il docente di sociologia e direttore della rivista Antigone, Claudio Sarzotti, e la garante dei diritti dei detenuti della Città di Torino, Monica Cristina Gallo.

La cerimonia di premiazione avverrà nel mese di maggio al Salone del Libro di Torino e, in quell’occasione, sarà anche presentata una pubblicazione con i migliori elaborati, il cui ricavato dalla vendita sarà interamente devoluto alla Comunità Harambée di Casale Monferrato che accoglie e sostiene minori fragili.

Il Premio letterario intitolato a don Domenico Ricca, promosso da Forum Terzo Settore in Piemonte e Salesiani Don Bosco del Piemonte e della Valle d’Aosta in collaborazione con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo”, è patrocinato da Consiglio regionale del Piemonte, Città di Torino, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, ed è sostenuto da Cooperativa Animazione Valdocco Onlus, Salesiani per il Sociale APS, Confcooperative, Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio, ACLI Piemonte APS, AICS Piemonte APS, Legacoopsociali, UISP Piemonte APS, FISH Piemonte, Anffas Piemonte APS.

Il bando e il modulo di iscrizione sono disponibili sul web all’indirizzo www.terzosettorepiemonte.it/progetto/premio-letterario-meco/

DON DOMENICO “MECO” RICCA

Sacerdote salesiano dal 1975, don Meco è stato per oltre quattro decenni il cappellano del carcere minorile torinese “Ferrante Aporti”. Ha speso tutta la sua vita per e con i giovani reclusi, come don Bosco voleva dai suoi salesiani, preti da oratorio, preti da cortile. E proprio lo stile da oratorio, della presenza, dell’ascolto e delle chiacchierate informali, è stato sempre quello adottato da don Meco con tutti i suoi ragazzi, qualunque fosse stato il reato che li aveva condannati alla reclusione. I suoi ragazzi, come soleva dire, erano solo nati nella culla sbagliata e lui, nel quotidiano fare concreto e nel pieno spirito degli insegnamenti di don Bosco, in ogni giovane cercava quel punto accessibile su cui far leva per combattere le fragilità e consentire di lasciarsi alle spalle il marchio di “discolo o pericolante”, come diceva don Bosco per quei ragazzi a rischio di cadere nella rete delle attività illegali.

Don Domenico Ricca può essere descritto come “prete di frontiera” ed è stato tra i fondatori della cooperativa sociale Valdocco, dell’associazione Aporti Aperte, dei Salesiani per il Sociale e del Comitato piemontese del Forum del Terzo Settore. È stato inoltre presidente dell’Associazione Amici di don Bosco per le adozioni internazionali, delegato per le Acli e altro ancora, nonché, naturalmente, punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di disagio minorile.

La parola fine sulle pagine della sua vita terrena è comparsa il 2 marzo del 2024. L’allora Rettor maggiore dei salesiani, il cardinal Angel Fernandez Artime, lo aveva ricordato come un figlio di don Bosco che ha speso tutta la sua vita di salesiano per accompagnare i giovani finiti al Ferrante Aporti, un prete che i giovani ha amato veramente, soprattutto quelli che hanno avuto di meno.

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