Carissimi, continuano gli incontri di formazione nel chiostro di san Domenico. L’entrata è a destra della chiesa (nel portoncino di via san Domenico n°0) e la sala è l’ultima a destra, poco dopo la lapide di padre Girotti, morto a Dachau.
Il secondo argomento di questo ciclo di incontri riguarda il Messia. Nella figura del Nazareno c’è un aspetto fallimentare, una sconfitta latente e molto umana. È curioso notare come il Signore sia redarguito da tutti, da sua madre e dai suoi fratelli, dagli apostoli e dagli scribi, dal popolo che si chiede chi diavolo sia questo figlio dell’uomo e via dicendo. Egli era mite, ma fino ad un certo punto, attento e presente, ma anche assorto e rivolto altrove. Tocca il cuore di molti, ma moltissimi altri provano irritazione, diffidenza e se è amato fino al sacrificio è nel contempo odiato fino alla diffamazione, alla delazione, al tradimento e i suoi con lui. Per noi Lui è la fonte inesauribile di una gioia difficile da raccontare. Essere e rimanere in Cristo è l’oggetto della nostra vita eppure in ogni momento riusciamo a tradire questa speranza. Queste cose sono più grandi di noi. Non è una pagina difficile quella che riguarda il Māšîah, anche se ci obbliga a coniugare la nostra speranza con l’impossibile. Perché questo è il Dio dell’impossibile: Cristo è l’uomo che riesce a cambiare il cuore degli uomini alla sola condizione di un sì. Ma è anche il doloroso condannato che prende su di sé l’indignazione, lo sputo e l’insulto. C’è un mistero in Cristo, certo, ma c’è un mistero ancora più grande nel cuore degli uomini: un cuore duro, chiuso e incapace.
in Domino et in Dominico
Fabio M. Bodi priore – Angelo Spalatro maestro
Torino via san domenico 0