L’ordine delle Vergini, è una forma di vita consacrata caratterizzata dalla consacrazione, con rito solenne, da parte del Vescovo del proposito di verginità e dalla dedicazione alla Chiesa. E’ una consacrazione individuale e pubblica, vissuta nel contesto della spiritualità della Chiesa particolare e delle normali condizioni di vita del popolo di Dio
L’Ordine delle Vergini della Chiesa torinese riunisce e collega tutte le donne che nella nostra Chiesa Diocesana sono state consacrate in una forma che privilegia:
- la testimonianza della verginità per il Signore e il suo Regno
- nella e per la Chiesa diocesana
- in dipendenza dal Vescovo
- rimanendo nel popolo di Dio, in una vita immersa nelle modalità ordinarie del vivere
La consacrazione è definitiva, solenne e pubblica. Il Rito di consacrazione, celebrato dal Vescovo, risale ai primi secoli della cristianità: pur contenendo le stesse valenze espresse nella tradizione religiosa dai ‘voti’, privilegia l’aspetto ‘passivo’ e ‘consacratorio’ della dedicazione totale. Sant’Ambrogio ne è stato storicamente il principale estimatore e promotore.
Le consacrate diocesane vivono secondo il dono particolare ricevuto dal Signore, verificato e ‘autenticato’ dal Vescovo e custodito secondo regole differenziate, che le vedono consacrate.
- mantenendo la propria attività lavorativa o professionale
- oppure scegliendo un impegno a tempo pieno nella pastorale, nelle attività caritative, nell’impegno missionario o nella vita di contemplazione e preghiera
- rimanendo nella propria famiglia di origine
- oppure scegliendo di vivere singolarmente
- o riunendosi a due o tre per affinità di forme di vita
- o dando vita a comunità più strutturate, di vita attiva o contemplativa, rette da regole più articolate.
Lo stile di vita che accomuna le Consacrate, pur nella diversità di ciascuna ‘chiamata’, tende a realizzare l’immagine evangelica delle vergini delineata dalla Preghiera di consacrazione. Questa splendida epìclesi, che la Chiesa delle nostre origini ci ha trasmesso, si conclude così:
“Concedi, o Padre, per il dono del tuo Spirito, che siano prudenti nella modestia, sagge nella bontà, austere nella dolcezza, caste nella libertà. Ferventi nella carità, nulla antepongano al tuo amore; vivano con lode, senza ambire la lode; a te solo diano gloria nella santità del corpo e nella purezza dello spirito; con amore ti temano, per amore ti servano. Sii tu per loro la gioia, l’onore e l’unico volere; sii tu il sollievo nell’afflizione; sii tu il consiglio nell’incertezza; sii tu la difesa nel pericolo, la pazienza nella prova, l’abbondanza nella povertà, il cibo nel digiuno, la medicina nell’infermità. In te, Signore, possiedano tutto, poiché hanno scelto te solo, al di sopra di tutto”.
L’identità della vergine consacrata nell’Ordo Virginum viene indicata da due documenti costitutivi:
- L’Ordo Consecrationis Virginum (con le premesse teologiche-giuridiche-liturgiche del Pontificale Romano)
- Il Canone 604 del Codice di Diritto Canonico.
Alla luce di questi documenti, l’Ordo Virginum è costituito da quelle donne le quali, condotte dallo Spirito Santo ad emettere il santo proposito di seguire Cristo più da vicino, vengono pubblicamente consacrate a Dio dal Vescovo diocesano secondo il solenne rito liturgico approvato e, unite in mistiche nozze a Cristo Figlio di Dio, si dedicano al servizio della Chiesa (cf. Codice di Diritto Canonico, can 604,1).
Il cuore di questa consacrazione consiste perciò nel santo proposito che equivale ad un vero e proprio voto espresso una volta sola e subito definitivo di seguire Cristo più da vicino attraverso l’impegno, esplicitamente e ritualmente dichiarato dinnanzi al Vescovo diocesano, di perseverare fino alla morte nella verginità, intesa come misteriosa e indissolubile unione sponsale con Cristo e nel perseverante servizio del suo Corpo, la Chiesa (cf. Pontificale Romano).
Il carisma specifico della vergine, consacrata con il solo proposito di castità perpetua, è la sponsalità. Naturalmente gli altri due consigli evangelici non vengono esclusi e ad essi occorre fare uno spazio adeguato, ma nessuno di essi costituisce la caratteristica prima della consacrata nell’Ordo.
La sponsalità consente a chi è chiamata per questo cammino di vivere, nella fede, quella realtà misteriosa che è la risposta all’amore nuziale e fecondo del Signore Gesù per la sua Chiesa e di anticipare così, sempre nella fede e in un regime di segni, la vocazione ultima dell’umanità intera: le nozze con l’Agnello.
Il secondo carattere distintivo della consacrazione nell’Ordo Virginum è la diocesanità, cioè il legame spirituale, canonico e pastorale con la Chiesa particolare ossia la Diocesi e il suo Vescovo.
Il Vescovo ha il compito di discernere l’autenticità della chiamata a questa forma di vita, a lui tocca seguire il cammino di preparazione alla consacrazione, a lui l’ammissione ad essa, a lui ancora la presidenza del solenne e pubblico rito liturgico, a lui l’impegno di concordare con ciascuna le modalità dello stile di vita e l’eventuale servizio nella Chiesa, a lui infine provvedere alla formazione iniziale e permanente. Le vergini consacrate, da parte loro, sono chiamate a fare riferimento a lui come segno di Cristo Capo della Chiesa e attorno a lui si raccolgono come un grappolo di vite evangeliche.
La figura del Vescovo, insomma, è talmente centrale che non esistono nell’Ordo responsabilità intermedie. Non ci sono superiori intermedi, anche se ovviamente si possono rendere necessari, crescendo il numero, alcuni incarichi di coordinamento, di consiglio o di rappresentanza nei quali ci si dà fraternamente il turno. È vero, spesso, soprattutto nelle grandi diocesi, come ad esempio qui a Torino è presente la figura di un sacerdote Delegato, la quale tuttavia non va intesa come una figura intermedia tra le consacrate e il Vescovo quanto piuttosto come colui al quale il Vescovo affida quello che è un suo compito personale e dunque il Delegato va inteso come il Vescovo stesso.
Tutto questo ci fa capire che il termine ordine (Ordo) non assume il significato tradizionalmente attribuito ad alcuni Istituti Religiosi, ma si riferisce ad una categoria di donne fedeli le quali si riconoscono nella medesima scelta, sono consacrate dal Vescovo con il medesimo rito e si apparentano più strettamente con la Chiesa particolare.
L’Ordo non comporta obblighi di vita comunitaria, né si identifica con gli Istituti Secolari (con essi ha in comune l’inserimento nel secolo, ma da essi si distingue per l’assenza di strutture interne e di quel caratteristico riserbo che, invece, le consacrate dell’Ordo non hanno), non assume una regola monastica o testi costituzionali.
Mantiene invece le consacrate nella loro condizione di fedeli laiche pienamente inserite nel mondo e nella comunità cristiana.
La sponsalità con Cristo è il punto focale intorno al quale si esprime e si organizza la vita delle vergini ed è la principale nota caratteristica della loro spiritualità:
- la preghiera è colloquio sponsale con Lui;
- la lettura e lo studio della Scrittura è ascolto della parola dello Sposo;
- l’apostolato e le opere di misericordia sono partecipazione sponsale al mistero di Cristo vivente nella Chiesa, presente soprattutto nei piccoli e nei poveri.
Le consacrate riconoscono nella verginità una via per la quale si realizza e matura la loro personalità di donne: la verginità, abbracciata e vissuta nella fede, è accoglienza e interiorizzazione di una certa solitudine, ma al contempo superamento di essa perché abitata da Cristo Sposo e perché è chiamata ad assumere la maternità spirituale, che è cooperazione alla generazione di Cristo nel cuore degli uomini e delle donne che il Signore fa loro incontrare.
Le vergini consacrate considerano il Mistero Eucaristico come centro della propria vita in Cristo e vi partecipano, possibilmente quotidianamente.
Esse attingono dal sacramento della Penitenza la forza di un incessante rinnovamento e di una sincera riconciliazione.
Si dedicano inoltre, con fedeltà e costanza, alla preghiera personale e a quella della comunità cristiana, preferendo ai propri gusti la preghiera della Chiesa. In particolare si raccomanda loro la celebrazione giornaliera della Liturgia delle Ore, specialmente quella della lode mattutina e vespertina e un’attenzione ai tempi dell’Anno liturgico, i quali fanno memoria, rendendoli presenti, degli avvenimenti salvifici dello Sposo Gesù.
Le vergini consacrate non si separano dal Popolo di Dio e dal mondo, ma partecipano intensamente alla vita della Chiesa e dei propri concittadini in tutte le manifestazioni che non disdicono alla modestia e a quel senso della misura che le deve contraddistinguere.
L’indole secolare delle vergini consacrate nel mondo richiede che siano garantite le caratteristiche di relativa autonomia, di esercizio della personale responsabilità nel lavoro, di autosufficienza e autogestione economica e previdenziale, di inserimento semplice e senza barriere nell’ambiente umano circostante, che sono tipiche del fedele cristiano.
Maria, la Virgo Virginum, nella quale la forma più alta della verginità è congiunta con la massima espressione della maternità, è per le vergini consacrate sorella nella condizione verginale e modello e sostegno nello stile di vita proprio dell’Ordo Virginum.
Il servizio ecclesiale
Le vergini consacrate si dedicano generosamente a quei servizi apostolici ed ecclesiali che siano confacenti al loro stato (Can. 604,2). Ciò significa che alcune di esse potranno dedicarsi principalmente all’animazione cristiana del mondo nella professione o nell’impegno sociale e civile, lasciando margini ridotti, ma necessari e significativi, alla dimensione pastorale. Altre viceversa concentreranno le loro energie sulla pastorale, dando spazio ridotto all’impegno secolare.
Altre ancora potranno assumere una figura di vita cristiana particolarmente profetica, per esempio nella contemplazione o nella dedizione esemplare agli ultimi, senza dimenticare le loro responsabilità secolari e l’impegno per l’edificazione della comunità cristiana.
Il Vescovo diocesano o il delegato discerne, concorda e verifica con le singole vergini consacrate l’ambito e il tipo di servizio ecclesiale da assumere, lasciando spazio alla iniziativa personale. Egli, quando ne ravvisa la necessità o l’utilità per la Chiesa, può chiedere alla vergine consacrata di cambiare, in spirito di filiale obbedienza, tipo o ambiente di servizio ecclesiale.
La consacrazione nell’Ordo Virginum è per natura sua perpetua e definitiva e non ci sono voti temporanei. La prudenza suggerisce perciò che essa sia preceduta da un congruo periodo di formazione iniziale e di verifica sulla solidità del proposito di vivere castamente, sulla capacità di relazioni serene e di sapersi inserire nella comunità ecclesiale e civile, sulla generosità nel servizio.
Attualmente nella Diocesi di Torino è richiesto un cammino di quattro anni durante il quale la candidata, con il consenso del proprio direttore spirituale, può emettere privatamente il proposito di verginità. Tuttavia non c’è una regola fissa.
Il Vescovo può abbreviare i tempi o prolungarli a seconda della situazione personale di ciascuna.
Le cadenze degli incontri formativi sono distanziate, una o al massimo due giornate al mese, e hanno lo scopo di far passare alcuni contenuti essenziali per questo genere di vocazione.
Ma la formazione è soprattutto affidata alla singola aspirante che si fa seguire regolarmente dal Delegato per gli aspetti più esterni e dal Direttore spirituale per gli aspetti interiori.
La Regola personale di vita è perciò importantissima e va verificata dalla consacrata con chi la segue nel suo cammino.
Dopo la consacrazione, che normalmente avviene pubblicamente in cattedrale, le vergini consacrate sono chiamate a continuare senza sosta la loro formazione spirituale e culturale, anche al di là degli incontri formativi organizzati dall’Ordo, i quali possono garantire solo un apporto modesto.
La consacrata si servirà perciò degli ordinari strumenti offerti dalla Chiesa: corsi teologici e pastorali, ritiri, esercizi, convegni, ecc.
Ogni anno viene inoltre organizzato, da parte di una diocesi ospitante, un Convegno Nazionale dell’Ordo Virginum, che rappresenta un’occasione preziosa di scambio ed arricchimento spirituale sia per le consacrate che per chi vuole conoscere questo tipo di vocazione ed iniziare un cammino di formazione nella diocesi di appartenenza. In Italia, esso è presente in 80 Diocesi ed annovera circa 500 donne già consacrate e circa 200 in cammino.
Anche a livello regionale esiste un contatto e uno scambio tra le consacrate delle diocesi del Piemonte e Valle d’Aosta, là dove l’Ordo Virginum è presente: Torino, Ivrea, Cuneo, Acqui Terme, Asti, Aosta, Mondovì, Novara, Saluzzo.