presentazione introduttiva

L’immagine della Chiesa Sposa di Cristo si presenta nel Nuovo Testamento come efficace icona rivelatrice dell’intima natura del rapporto che il Signore Gesù ha voluto stabilire con la comunità di coloro che credono in Lui.
Sin dai tempi apostolici questa espressione del mistero della Chiesa ha trovato una manifestazione del tutto peculiare nella vita di quelle donne che, corrispondendo al carisma suscitato in loro dallo Spirito Santo, con amore sponsale, hanno risposto alla chiamata del Signore Gesù nella verginità, per sperimentare la fecondità spirituale dell’intimo rapporto con Lui e offrirne i frutti alla Chiesa e al mondo.
L’Ordine delle Vergini è una forma di vita consacrata caratterizzata dalla consacrazione, che avviene con Rito solenne celebrato dal Vescovo, durante il quale la consacranda esprime il proposito di verginità e la propria dedicazione alla Chiesa. E’ una consacrazione personale e pubblica, vissuta nel contesto della spiritualità della Chiesa particolare e delle normali condizioni di vita del Popolo di Dio.
L’Ordine delle Vergini presente anche nella Chiesa torinese accoglie e riunisce tutte le donne che nella nostra Chiesa Diocesana hanno ricevuto la consacrazione in tale forma di vita consacrata, la quale privilegia alcuni aspetti:

la testimonianza della verginità per il Signore e il suo Regno;

l’impegno nella e per la Chiesa diocesana;

lo stretto legame col Vescovo locale;

la scelta di vivere per il Signore pur rimanendo “nel mondo”, cioè nelle condizioni di vita ordinaria.
La consacrazione, che avviene dopo un periodo congruo di discernimento e di formazione, è da subito definitiva.
Il Rito di consacrazione delle Vergini celebrato dal Vescovo è un Rito molto antico, un prezioso tesoro della Liturgia Romana che risale ai primi secoli della cristianità, ed è il primo Rito di consacrazione della donna nella Chiesa. Gli stessi Padri della Chiesa, Ambrogio, Agostino, Metodio, Girolamo, Gregorio ed altri, in tanti loro scritti hanno dedicato particolare attenzione alle vergini consacrate.
Le vergini consacrate si mantengono con il proprio lavoro e si adoperano a servizio di Dio e della Chiesa attraverso progetti personali e diversi l’una dall’altra, che esprimono attraverso la propria “Regola di vita” che redigono nella preghiera e nel discernimento, tenendo conto dei doni particolari che ciascuna ha ricevuto. Essa viene condivisa nei contenuti con il Vescovo in occasione della consacrazione e periodicamente richiede una rivisitazione, affinché sia sempre coerente con le scelte di vita e di fede operate nella quotidianità.
C’è chi svolge a tempo pieno un impegno professionale, chi opera in ambito sociale o civile, chi fa vita più contemplativa e di preghiera, chi è impegnata a tempo pieno nella pastorale o in attività caritative o missionarie.
Ciascuna può decidere se vivere nella famiglia d’origine, se vivere sola, o in piccole comunità, in base alle affinità ed allo stile di vita.
Lo stile di vita che accomuna tutte le consacrate, pur nella diversità di ciascuna “chiamata”, tende a realizzare l’immagine evangelica delle vergini delineata nella Preghiera di consacrazione: una splendida epiclesi, che la Chiesa delle origini ci ha trasmesso e che si conclude così:
“Concedi, o Padre, per il dono del tuo Spirito, che siano prudenti nella modestia, sagge nella bontà, austere nella dolcezza, caste nella libertà. Ferventi nella carità, nulla antepongano al Tuo amore; vivano con lode, senza ambire la lode; a Te solo diano gloria nella santità del corpo e nella purezza dello spirito; con amore Ti temano, per amore Ti servano. Sii Tu per loro la gioia, l’onore e l’unico volere; sii Tu il sollievo nell’afflizione; sii Tu il consiglio nell’incertezza; sii Tu la difesa nel pericolo, la pazienza nella prova, l’abbondanza nella povertà, il cibo nel digiuno, la medicina nell’infermità. In Te, Signore, possiedano tutto, poiché hanno scelto Te solo, al di sopra di tutto”.
L’identità della vergine consacrata nell’Ordo Virginum viene tratteggiata in due documenti costitutivi:

L’Ordo Consecrationis Virginum (con le premesse teologiche-giuridiche-liturgiche del Pontificale Romano)

Il canone 604 del Codice di Diritto Canonico.
Alla luce di questi documenti, l’Ordo Virginum è costituito da quelle donne che, condotte dallo Spirito Santo ad emettere il “Santo Proposito” di seguire Cristo più da vicino, vengono pubblicamente consacrate a Dio dal Vescovo diocesano, secondo il solenne Rito liturgico approvato, e unite in mistiche nozze a Cristo Figlio di Dio, e si dedicano al servizio della Chiesa (cfr can 604 § 1).
Il cuore di questa consacrazione consiste perciò nel “Santo Proposito”, che equivale ad un vero e proprio voto, espresso una volta sola e da subito definitivo, di seguire Cristo più da vicino attraverso l’impegno, esplicitamente e ritualmente dichiarato dinanzi al Vescovo diocesano, di perseverare fino alla morte nella verginità, intesa come misteriosa e indissolubile unione sponsale con Cristo e nel perseverante servizio del suo Corpo, la Chiesa (cfr Pontificale Romano).
Il carisma specifico della vergine, consacrata con il solo proposito di castità perpetua, è la “sponsalità”. Naturalmente, gli altri due consigli evangelici della povertà e dell’obbedienza non vengono esclusi dalla vita della consacrata, la quale implicitamente si impegna a viverli in modo adeguato.
La sponsalità consente a chi è chiamata a questo cammino di vivere nella fede quella realtà misteriosa che è la risposta all’amore nuziale e fecondo del Signore Gesù per la sua Chiesa e di anticipare così, sempre nella fede e secondo un’immagine simbolica, la vocazione ultima dell’umanità intera: le nozze con l’Agnello.
Il secondo carattere distintivo della consacrazione nell’Ordo Virginum è la “diocesanità”, cioè il legame spirituale, canonico e pastorale con la Chiesa particolare, ossia la Diocesi ed il suo Vescovo.
Il Vescovo ha il compito di discernere l’autenticità della chiamata a questa forma di vita. A lui compete di seguire il cammino di preparazione alla consacrazione, a lui l’ammissione ad essa, a lui ancora la presidenza del solenne e pubblico Rito liturgico, l’impegno di concordare con ciascuna le modalità dello stile di vita e l’eventuale servizio nella Chiesa, a lui, infine, compete di provvedere alla formazione iniziale e permanente. Le vergini consacrate, da parte loro, sono chiamate a fare
riferimento al Vescovo come segno di Cristo Capo della Chiesa e attorno a lui si raccolgono come un grappolo di vite evangelica.
La figura del Vescovo, insomma, è talmente centrale che non esistono nell’Ordo Virginum responsabilità intermedie. Non ci sono superiori intermedi, anche se, ovviamente, si possono rendere necessari, laddove il numero delle consacrate cresca, alcuni alcuni servizi di coordinamento, di consiglio o di rappresentanza, nei quali ci si dà fraternamente il turno. Spesso, soprattutto nelle grandi Diocesi, come ad esempio quella di Torino, è presente la figura di un sacerdote delegato, la quale, tuttavia, non va intesa come una figura intermedia tra le consacrate e il Vescovo quanto piuttosto come colui al quale il Vescovo affida quello che è un suo compito personale. Dunque, il delegato va inteso come il Vescovo stesso.
Tutto questo ci fa capire che il termine “Ordine” (Ordo) non assume il significato tradizionalmente attribuito ad alcuni Istituti Religiosi, ma si riferisce ad una categoria di donne fedeli, le quali si riconoscono nella medesima scelta, sono consacrate dal Vescovo attraverso lo stesso Rito e si apparentano più strettamente con la Chiesa particolare.
L’Ordo Virginum non comporta obblighi di vita comunitaria, né si identifica con gli Istituti Secolari. Con essi ha in comune l’inserimento nel mondo, ma da essi si distingue per l’assenza di strutture interne e di quel caratteristico riserbo che, invece, le consacrate dell’Ordo non hanno. Non assume una regola monastica o testi costituzionali.
Mantiene, invece, le consacrate nella loro condizione di fedeli laiche pienamente inserite nel mondo e nella comunità cristiana.
La sponsalità con Cristo è il punto focale intorno al quale si esprime e si organizza la vita delle vergini ed è la principale nota caratteristica della loro spiritualità:

la preghiera è colloquio sponsale con Lui;

la lettura e lo studio della Scrittura sono ascolto della Parola dello Sposo;

l’apostolato e le opere di misericordia sono partecipazione sponsale al mistero di Cristo vivente nella Chiesa, presente soprattutto nei piccoli e nei poveri.
Le consacrate riconoscono nella verginità una via per la quale si realizza e matura la loro personalità di donne: la verginità, abbracciata e vissuta nella fede, è accoglienza e interiorizzazione di una certa solitudine, ma, al contempo, superamento di essa perché abitata da Cristo Sposo e perché è chiamata ad assumere la maternità spirituale, che è cooperazione alla generazione di Cristo nel cuore degli uomini e delle donne che il Signore fa loro incontrare.
Le vergini consacrate considerano il Mistero Eucaristico come centro della propria vita in Cristo e vi partecipano, possibilmente, quotidianamente.
Esse attingono dal Sacramento della Penitenza la forza di un incessante rinnovamento e di una sincera riconciliazione.
Si dedicano, inoltre, con fedeltà e costanza, alla preghiera personale e a quella della comunità cristiana, preferendo alla propria sensibilità la preghiera della Chiesa. In particolare si raccomanda loro la celebrazione giornaliera della Liturgia delle Ore, specialmente quella della lode mattutina e vespertina e un’attenzione ai tempi dell’Anno liturgico, i quali fanno memoria, rendendoli presenti, degli avvenimenti salvifici dello Sposo Gesù.
Le vergini consacrate non si separano dal Popolo di Dio e dal mondo, ma partecipano intensamente alla vita della Chiesa e dei propri concittadini in tutte le manifestazioni che non disdicono alla modestia e a quel senso della misura che le deve contraddistinguere.
L’indole secolare delle vergini consacrate nel mondo richiede che siano garantite le caratteristiche di relativa autonomia, di esercizio della personale responsabilità nel lavoro, di autosufficienza e autogestione economica e previdenziale, di inserimento semplice e senza barriere nell’ambiente umano circostante, che sono tipiche del fedele cristiano.
Maria, la Virgo Virginum, nella quale la forma più alta della verginità è congiunta con la massima espressione della maternità, è per le vergini consacrate sorella nella condizione verginale e modello e sostegno nello stile di vita proprio dell’Ordo Virginum.
Il servizio ecclesiale
Le vergini consacrate si dedicano generosamente a quei servizi apostolici ed ecclesiali che siano confacenti al loro stato (cfr can. 604 § 2). Ciò significa che alcune di esse possono dedicarsi principalmente all’animazione cristiana del mondo nella professione o nell’impegno sociale e civile, lasciando margini ridotti, ma necessari e significativi, alla dimensione pastorale. Altre, viceversa, possono concentrare le loro energie nelle attività pastorali, dando spazio ridotto all’impegno secolare.
Altre ancora possono assumere una figura di vita cristiana particolarmente profetica, per esempio nella contemplazione o nella dedizione esemplare agli ultimi, senza dimenticare le loro responsabilità secolari e l’impegno per l’edificazione della comunità cristiana.
Il Vescovo diocesano (o il suo delegato) discerne, concorda e verifica con le singole vergini consacrate l’ambito e il tipo di servizio ecclesiale da assumere, lasciando spazio alla iniziativa personale. Egli, quando ne ravvisa la necessità o l’utilità per la Chiesa, può chiedere alla vergine consacrata di cambiare, in spirito di filiale obbedienza, tipo o ambiente di servizio ecclesiale.
La consacrazione nell’Ordo Virginum è per sua natura perpetua e definitiva, ovvero, non ci sono voti temporanei. La prudenza suggerisce perciò che essa sia preceduta da un congruo periodo di formazione iniziale e di verifica sulla solidità del proposito di vivere castamente, sulla capacità di relazioni serene e di sapersi inserire nella comunità ecclesiale e civile e sulla generosità nel servizio.
Attualmente, nella Diocesi di Torino è richiesto un cammino formativo di quattro anni, preceduti da un anno propedeutico, durante i quali la candidata, con il consenso del proprio direttore spirituale, può emettere privatamente il proposito di verginità. Tuttavia, i tempi della formazione non sono rigidi e perentori. Il Vescovo può abbreviare i tempi o prolungarli a seconda della situazione personale di ciascuna.
La cadenza degli incontri formativi nel periodo di aspirantato è di due giornate al mese, una delle quali condivisa con il gruppo plenario delle consacrate ed hanno lo scopo di trasmettere alcuni contenuti essenziali per questo genere di vocazione, approfondimenti biblici e teologici.
Accanto alla formazione di gruppo è affidato alla singola aspirante l’impegno di farsi seguire regolarmente dal delegato, attraverso colloqui individuali, per ciò che concerne il suo percorso formativo, e dal proprio direttore spirituale per gli aspetti legati al discernimento ed alla maturazione della scelta definitiva.
Dopo la consacrazione, che normalmente avviene pubblicamente nella chiesa cattedrale, le vergini consacrate sono chiamate a continuare la loro formazione spirituale e culturale, attraverso la formazione permanente che le accompagna per tutta la vita. Si incontrano, a tal fine, una volta al mese e si riuniscono in ritiro nei momenti forti dell’anno liturgico quali l’Avvento e la Quaresima.
Vivono insieme gli esercizi spirituali ad anni alterni, generalmente nel periodo estivo.
Inoltre, sono chiamate a coltivare la propria formazione anche al di là degli incontri formativi organizzati dall’Ordo, fruendo delle occasioni di approfondimento messe a disposizione dalla Chiesa, che consentano loro di arricchirsi sotto il profilo teologico-spirituale. Si avvalgono, pertanto, degli ordinari strumenti offerti dalla Chiesa: corsi teologici e pastorali, ritiri, esercizi spirituali, convegni.
Le consacrate dell’Ordo Virginum, le donne in formazione, o semplicemente coloro che sono in ricerca vocazionale e sono desiderose di approfondire questa particolare forma di vita consacrata, provenienti dalle diverse diocesi d’Italia, organizzano ogni anno, nel tempo dell’estate un Incontro nazionale. Tale incontro, che prevede momenti di riflessione, di preghiera e di condivisione, viene ospitato a turno dalle diverse Diocesi d’Italia. Proprio nell’estate appena trascorsa è stato ospitato dalla Diocesi di Torino, presso la Casa Don Bosco a Valdocco, ed ha visto la partecipazione di quasi 200 ospiti, pronte a riflettere in un clima di sororità su quanto sia importante testimoniare “l’essere” donne consacrate nel mondo e nella Chiesa, in modo concreto, nelle realtà locali, nelle quali ci si impegna ad “essere lievito che fa fermentare la pasta, testimoni dell’amore sponsale di Cristo” (ESI 37), lontane dalla mentalità utilitaristica del “fare”che domina la nostra società.
Il cammino diocesano delle consacrate di Torino si arricchisce anche del contributo delle sorelle delle altre diocesi del Piemonte in cui è presente l’Ordo Virginum, con le quali, una volta all’anno, si organizza un incontro regionale che si tiene a rotazione nelle varie Diocesi. E’ una preziosa occasione di conoscenza e di scambio reciproco sui cammini che le consacrate intraprendono nelle diverse Diocesi, è un tempo di sororità ed offre anche a ciascuna la possibilità di scoprire le bellezze paesaggistiche del nostro territorio.
In Piemonte l’Ordo Virginum è presente, oltre che a Torino, nelle Diocesi di Ivrea, Novara, Saluzzo, Mondovì, Cuneo, Acqui Terme, Asti ed anche nella vicina diocesi di Aosta, che fa parte della stessa regione ecclesiastica del Piemonte.
In Italia, l’Ordo Virginum è presente in 80 Diocesi ed annovera circa 500 donne già consacrate e circa 200 donne in cammino.
Breve storia
L’Ordo Virginum, questa antica forma di consacrazione, tornata a fiorire con il Concilio Vaticano II, nasce nella Diocesi di Torino il 12 giugno 1991 con la consacrazione delle prime due giovani donne, Bianca Politi e Carla Piucci, nelle mani dell’allora Arcivescovo di Torino, Mons. Giovanni Saldarini, il quale approvò le prime Linee direttive dell’Ordo il 19 maggio 1991.
Don Paolo Ripa di Meana, a quel tempo Vicario Episcopale per la vita consacrata della Diocesi, divenne il primo delegato della nascente realtà dell’Ordo Virginum torinese.
I primi anni furono di lento avvio. Nel 1996 il gruppo ha cominciato a crescere. Dieci donne hanno ricevuto la consacrazione dal Card. Saldarini. Poi, per qualche anno il numero delle consacrate è rimasto stabile, ma a partire dagli anni 2000, con l’arrivo del Cardinale Severino Poletto, il gruppo
ha iniziato a crescere grazie all’entrata di giovani donne interessate e affascinate dalla bellezza di essere Spose di Cristo.
Il card. Poletto tra il 2003 e il 2011 ha consacrato ben tredici donne ed altre dieci donne tra il 2012 e il 2022 hanno ricevuto la consacrazione da mons. Cesare Nosiglia. Infine, le ultime 4 consacrazioni sono state celebrate da mons. Roberto Repole, il nostro attuale Arcivescovo, nel settembre 2023.
Tre consacrate in questi anni hanno chiesto di uscire dall’Ordo Virginum, due hanno chiesto il trasferimento in altra diocesi e 5 sorelle ci precedono e ci guardano dal Cielo.
A seguito della pubblicazione della Nota Pastorale della Cei “L’Ordo Virginum nella Chiesa in Italia”, avvenuta in data 25 marzo 2014, sono state riviste e revisionate le Linee direttive dell’Ordo Virginum di Torino con il contributo di tutte le sorelle consacrate nell’Ordo. L’8 dicembre 2015, nella solennità dell’Immacolata Concezione, l’Arcivescovo di Torino, Mons. Nosiglia, le ha approvate.
L’8 giugno 2018 viene pubblicata l’Istruzione sull’Ordo Virginum “Ecclesiae Sponsae Imago”. A seguito dell’uscita di tale documento si è avvertita nuovamente l’esigenza di una revisione ed aggiornamento del testo delle Linee direttive, che ha portato il gruppo delle consacrate torinesi a confrontarsi per valutare alcune modifiche al testo in coerenza con l’Istruzione. Il 5 aprile 2024 l’attuale Arcivescovo, Mons. Roberto Repole, ha approvato il testo definitivo delle nuove Linee guida ad oggi in essere.
Stili e numeri
Il 31 maggio 2020 si è celebrato il cinquantesimo anniversario della pubblicazione dell’ “Ordo Consecrationis Virginum”, ripristinato nel 1970 per volontà di Papa Paolo VI. E’ trascorso mezzo secolo da allora, un tempo in cui questa forma di vita consacrata femminile, che vanta origini risalenti ai primi secoli della cristianità, è cresciuta e si è diffusa in tutto il mondo. Infatti, le vergini consacrate sono presenti in tutti i continenti, in molte Diocesi ed oggi si annoverano circa 5000 presenze in tutto il mondo.
Nell’Ordo Virginum della Diocesi di Torino vi sono attualmente ventinove consacrate (ma a breve saranno trenta, in quanto una sorella riceverà la consacrazione nel prossimo mese di novembre nelle mani di Mons. Repole) e 6 aspiranti in formazione.
Le vergini consacrate vivono ed esprimono la sponsalità con Gesù Cristo in una ricchezza e varietà di stili di vita, essendo impegnate nella società in diversi ambiti e settori lavorativi, che permettono loro una relativa autonomia, l’esercizio della responsabilità personale, l’autosufficienza. L’immersione nel mondo, soprattutto, offre loro la possibilità di testimoniare concretamente la vita evangelica tra il Popolo di Dio, permette loro di vivere a contatto con gli uomini e le donne del nostro tempo in uno stile di prossimità. Sono donne di fede, di speranza, di carità, che si fanno figlie, sorelle, spose e madri spirituali, avendo ad esempio la Vergine per eccellenza, Maria di Nazareth, madre di Dio ed icona della Chiesa. Le vergini consacrate mantengono una docilità spirituale fondata sulla conoscenza ed esperienza della Parola di Dio, attraverso la preghiera quotidiana, la contemplazione, la partecipazione ai Sacramenti.
Unico segno distintivo che indossano è la fede nuziale, ricevuta durante il rito di consacrazione, la quale segna l’alleanza sponsale con il Signore Gesù. L’ “abito” che le contraddistingue è la
semplicità; ognuna vive seguendo la propria Regola di vita, condivisa con il Vescovo prima della consacrazione.
Le consacrate dell’Ordo Virginum di Torino e delle Diocesi del Piemonte amano definirsi “Donne consacrate con i piedi saldi a terra e con lo sguardo fisso in Alto”.
Con questi tratti cercano di vivere la loro vocazione nel mondo, in una quotidianità fatta di incontri, persone, impegni, fatiche, ma con lo sguardo fisso sul Signore, lo Sposo, che da’ senso alle loro giornate e dona slancio ai loro cuori.
L’appartenenza all’Ordo implica tra le vergini consacrate un forte vincolo di comunione, che le conduce a coltivare tra loro stima reciproca, amicizia, solidarietà, valorizzando i doni e la bellezza dei carismi di ognuna. La particolarità di questa forma di consacrazione, che sta rifiorendo sempre più nella Chiesa, è proprio questa vitalità di carismi personali messi a servizio dell’edificazione della Chiesa e del rinnovamento della società.
Le vergini consacrate si dedicano ai servizi apostolici ed ecclesiali, valorizzando soprattutto la Chiesa particolare in cui vivono, prestando attenzione al magistero del Vescovo e lasciandosi interpellare dalla sue scelte pastorali.
E’ presente in diocesi un sacerdote in veste di delegato del Vescovo che si relaziona con le consacrate e le candidate aspiranti, collabora con il Vescovo, verifica i requisiti di maturità umana e i criteri evangelici che motivano il percorso specifico nell’Ordo Virginum di coloro che vi si avvicinano.
Le fasi del percorso formativo sono 3: periodo propedeutico – formazione iniziale – formazione permanente.
Il percorso di formazione si articola in 5 anni, dei quali il primo ha valenza propedeutica.
Percorsi di Formazione
La consacrazione nell’Ordo Virginum è per natura sua perpetua e definitiva, infatti non vi sono voti temporanei. Esige una maturazione umana e cristiana valutata tramite un attento discernimento vocazionale. Vivere alla sequela del Signore consiste in una continua conversione, è un processo che riguarda tutte le dimensioni dell’esistenza – corporea e affettiva, intellettiva, volitiva e spirituale e si estende per tutta la durata della vita. Dato il radicamento di questa forma di vita consacrata nella Chiesa particolare, la prudenza suggerisce, perciò, che la consacrazione sia preceduta da un congruo periodo di formazione e di attenta verifica sul proposito di viverla nella comunità ecclesiale e civile.
Le fasi del percorso formativo comprendono il periodo propedeutico, la formazione iniziale, la formazione permanente.
Attualmente nella Diocesi di Torino è richiesto un cammino di cinque anni, dei quali il primo ha valenza propedeutica, che ha come meta il discernimento dei segni positivi che rivelano un convinto ed effettivo orientamento da parte della candidata alla consacrazione nell’Ordo Virginum. Al termine dell’anno propedeutico, se la persona chiede di essere ammessa nel percorso di formazione, presenta al Vescovo la domanda di ammissione. L’ammissione all’interno del percorso formativo non implica l’obbligo per l’aspirante di chiedere la consacrazione né il diritto di essere consacrata, né tanto meno comporta l’obbligo del Vescovo ad ammetterla alla consacrazione.
Gli anni successivi di formazione vedono una prima fase di “formazione alla verginità per il Regno ed una seconda fase di “preparazione alla “Consecratio Virginum”.
Il percorso formativo delle aspiranti sviluppa le varie tematiche in modalità ciclica, a partire dalla conoscenza del sé, per approfondire poi la conoscenza della vita consacrata nei suoi principi e nelle sue concrete realizzazioni, la Chiesa, con particolare riferimento alla teologia della Chiesa locale, i consigli evangelici, la relazione tra vita consacrata e liturgia e la specifica consacrazione nell’Ordo Virginum.
La cadenza degli incontri formativi per le aspiranti è di due giornate al mese e le candidate sono accompagnate con particolare attenzione dal sacerdote delegato e dalle consacrate cui è affidato questo servizio.
L’aspirante ammessa al percorso di formazione inizia a formulare la propria Regola di vita, aiutata dal proprio direttore spirituale. Nella Regola esprime il proprio percorso personale, il senso profondo del servizio ecclesiale che svolge, gli atteggiamenti interiori ed i comportamenti da coltivare nella propria vita quotidiana.
Dopo la consacrazione, che avviene pubblicamente nella chiesa cattedrale, le vergini consacrate sono chiamate a continuare la loro formazione permanente e si impegnano ad alimentare il loro amore al Signore Gesù. Tale formazione si occupa di approfondire tematiche fondamentali della vita cristiana, la conoscenza della Sacra Scrittura, riflessioni sulle questioni poste dall’attualità del contesto sociale e del mondo nel quale vivono, il magistero e le proposte pastorali del Vescovo diocesano e del Papa.
Gli incontri di formazione permanente hanno cadenza mensile e danno l’opportunità alle consacrate di crescere in sororità, accogliendosi e stimandosi reciprocamente, migliorando le loro capacità relazionali e sostenendosi nella preghiera comune. Inoltre, si riuniscono in ritiro nei momenti forti dell’anno liturgico quali l’Avvento e la Quaresima e vivono insieme gli esercizi spirituali ad anni alterni, generalmente nel periodo estivo.
Le consacrate dell’Ordo Virginum, le donne in formazione, o semplicemente coloro che sono in ricerca vocazionale, provenienti dalle diverse diocesi d’Italia, organizzano ogni anno, nel tempo dell’estate, un Incontro nazionale. Tale incontro, che prevede momenti di riflessione, di preghiera e di condivisione, viene ospitato a turno dalle diverse Diocesi d’Italia.
Inoltre, le consacrate di Torino si arricchiscono anche del contributo delle sorelle delle altre diocesi del Piemonte in cui è presente l’Ordo Virginum, con le quali si incontrano una volta all’anno. L’incontro regionale si tiene a rotazione nelle varie Diocesi.
In Piemonte l’Ordo Virginum è presente, oltre che a Torino, nelle Diocesi di Ivrea, Novara, Saluzzo, Mondovì, Cuneo, Acqui Terme, Asti ed anche nella vicina diocesi di Aosta, che fa parte della stessa regione ecclesiastica del Piemonte.
Attualmente, l’Ordo Virginum di Torino conta ventinove consacrate e 6 donne in formazione.
A seguire i testi approvati dalla CEI per il percorso formativo e la formazione permanente.

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