Questa domenica, 24 novembre 2024, alle 15.30 in Cattedrale, Clelia Rosso sarà consacrata da Mons. Repole.
Nata a Torino, Clelia è laureata in letteratura italiana e scienze religiose; appartiene alla parrocchia di Orbassano e si occupa della Caritas.
A seguire la sua testimonianza:
“Ma perché ti vuoi consacrare?”
Spesso i più arditi tra coloro che vengono a sapere della mia scelta di vita mi chiedono il perché?
I riscontri che ho dato, in realtà, sono vari: questa domanda chiede una risposta lunga e difficile per poterla spiegare a voce.
Ultimamente però ho la tentazione di dire che la più onesta sarebbe “non lo so”! Potrebbe scandalizzare chi legge forse, ma più conosco Gesù e più mi convinco che è una follia decidere di consacrarsi a lui. Un gesto pazzo, illogico, irrazionale.
Un prendere il largo senza aver considerato rischi e strumenti.
Mi viene da sorridere se penso – ad essere precisi – che l’iniziativa è stata Sua, Sua la chiamata, Sua la tenera insistenza che non mi ha mai abbandonata.
È una pazzia dunque, ancor più quando realizzi sempre meglio quali sono le condizioni chieste a chi lo segue totalmente (per fare alcuni esempi semplici e leggeri: la precarietà, il dono totale di sé, essere testimone fedele di un amore fuori misura fino alla morte).
Eppure posso affermare che questo rende la mia scelta solo più illogica e più irrazionale, non più vacillante o insensata, perché il Signore non è logica, non è calcolo, non è buon senso.
Il Signore è un calice di sublime Barbera superiore DOCG dopo una vita passata a bere aceto! E chi torna più all’aceto dopo qualcosa con quel colore, quel profumo e soprattutto quel sapore?!Per chi prova quella felicità, niente vale di più.
È come il tesoro e la perla per cui vale la pena vendere tutto, pieni di gioia.
Semmai, nella vita di chi lo segue “da vicino”, è difficile da reggere un amore come il Suo, una vita come quella che Lui ti dona, perché Lui è un esagerato in Tutto! Lui non sorride, sorride da Dio. Non è tenero, è tenero da Dio.Non perdona, Lui è misericordia. Non chiede qualcosa, chiede Tutto. Non promette la felicità, promette la pienezza del cuore. Non tiene compagnia, la Sua è una presenza perenne.
Il Signore non ti ama, muore per te. Lui non è gioia, è Resurrezione. Non è fatica, è Calvario.
Chiede sempre di più, Osa sempre di più, Dona sempre di più.
E a questo nessuno mai sarà pronto…
Sarà sempre “troppo”, una follia appunto, una sproporzione irraggiungibile che schiaccia chi ancora pensa di poter gareggiare con Lui, mentre libera chi sa che davanti a Lui non vi è davvero niente da perdere, ma solo tutto da guadagnare.
La mia ragione e il mio buonsenso non si convinceranno mai all’Amore Pasquale che sposo.
Forse, un giorno, avrò la grazia di accoglierlo nel cuore, senza riserve e senza ostacoli. Di sicuro lo assumo come verità della mia vita, perché so con certezza che senza di lui non è vita, niente ha davvero senso, sapore, movente.
Quindi io mi incammino…
Vi chiedo di gioire con me, perché – seppur sia vero che la chiamata è la Sua – io desidero dirgli un Si’ grande, pieno, forse poco razionale, ma con le mani e il cuore aperti e desidero avervi accanto a me.