Dodici suore abitano il monastero cottolenghino San Giuseppe di Torino, allinterno della Piccola Casa della Divina Provvidenza: è lultimo monastero fondato da san Giuseppe Benedetto Cottolengo nel 1841, per raccogliere anche quelle ragazze che volevano riscattarsi dal mondo della prostituzione. Oggi la comunità ha perso questa fisionomia particolare. Nella preghiera si fa particolarmente carico delle fatiche dei giovani, a volte schiavi della droga e della prostituzione.
La giornata della comunità di via Cottolengo 14 è semplice: alterna la preghiera allumile lavoro quotidiano. «Nel silenzio e nella solitudine spiegano le monache – desideriamo tenere vivo, nella famiglia cottolenghina, lininterrotto dialogo con Dio che il Cottolengo chiamava laus perennis. Aperte ai dolori e alle fatiche delluomo e della società, siamo voce di ogni fratello e sorella, soprattutto dei più poveri, presso il Signore mettendo in questo la nostra vita a totale servizio degli altri. La lode è il nostro principale lavoro… a Dio vogliamo offrirlo nella gioia e nel totale abbandono alla Divina Provvidenza, come voleva il Cottolengo, nostro padre fondatore».
Nella piccola foresteria del monastero si dà ospitalità a chi desidera vivere giorni di ritiro. In parlatorio vengono accolti i gruppi che, visitando la Piccola Casa, desiderano un incontro con le religiose. La cappella è sempre aperta a chi desidera pregare. Alle giovani che desiderano compiere un cammino di discernimento vocazionale, si offre la possibilità di un accompagnamento, e leventuale ospitalità per esperienze di vita e di preghiera.
Figura eminente nella storia della comunità è stata suor Maria degli Angeli Beretta (1916-2005) sulla quale sono stati pubblicati vari lavori (cfr. sito internet www.negliocchididio.it).
Testo tratto da «La Voce del Popolo» del 17 novembre 2013